Il ragazzo invisibile – Seconda generazione

Sono passati tre anni dall’uscita nelle sale de “Il Ragazzo Invisibile”, film apprezzatissimo dalla critica con la regia di Gabriele Salvatores, esperimento ben riuscito di un film italiano di supereroi. Adesso l’immancabile sequel è arrivato secondo copione ed è uscito nelle sale lo scorso 4 gennaio.
Sempre presente la regia di Salvatores e la sceneggiatura del funzionale trio Sardo, Fabbri e Rampoldi. Con lo scorso film ci eravamo lasciati con il tredicenne Michele (Ludovico Girardello) che, una volta scoperta la sua capacità di diventare invisibile, era riuscito a salvare alcuni suoi compagni di scuola rapiti facendo esplodere il sottomarino dove essi erano tenuti prigionieri. Il finale lasciava apertissima la storia: veniva mostrata la vera madre, anch’essa dotata di poteri, di Michele alla quale viene riferito il fallimento del piano per catturare suo figlio ma in compenso il ritrovamento della sorella di Michele in Marocco. Sono passati tre anni anche nel film: Michele è diventato uno stereotipato sedicenne tormentato con difficili rapporti con la madre e con i compagni di classe. Questa situazione cambia quando Michele entra in contatto con sua sorella (Galatea Bellugi), della quale lui non conosceva l’esistenza che gli rivela che anche lei ha un superpotere, la pirocinesi. La ragazza porta Michele dalla loro vera madre Yelena (Kseniya Rappoport) , dotata anche lei del potere dell’invisibilità, ma molto debole e bisognosa di continue cure. Spiega che, essendo lei appartenente alla prima generazione di Speciali, ha bisogno di trasfusioni del loro sangue, sangue di seconda generazione, per rimanere in forze. Yelena racconta che il padre Andreji è scomparso misteriosamente e lei sospetta che sia stato rapito dal magnate russo Zavarov, nemico e sfruttatore degli Speciali. L’intenzione di Yelena è di bloccare Zavarov liberando Andreji con l’aiuto dei suoi figli. Mentre il primo film era incentrato sulla scoperta e sulla sperimentazione dei poteri di Michele, in questa pellicola Michele esplora il passato della sua famiglia e degli Speciali e si confronta con altri supereroi. Tutto il film assume un’atmosfera più cupa del precedente ed è meno appetibile per dei bambini, in coerenza con l’età del protagonista. La regia e la fotografia sono soddisfacenti, come ci ha abituato Salvatores fino ad ora con il suo stile basato su inquadrature semplici ma efficaci, focalizzate sempre più sul personaggio che sull’ambiente, complici anche delle location poco interessanti. La migliore caratteristica di questo film sono però gli effetti speciali, affidati a Victor Perez, tecnico digitale di caratura internazionale che ha lavorato a “Rogue One”, “Il Cavaliere Oscuro” e “Les Misérables”. La qualità degli effetti e della computer grafica è inedita per il cinema italiano e ciò fa ben sperare per il futuro dei film italiani di questo genere. La trama è funzionale ma leggermente lenta e molte volte prevedibile, ciò spesso fa annoiare lo spettatore anche se non è niente di esageratamente noioso. I colpi di scena, quelli non prevedibili, riescono a renderlo più interessante, peccato che la maggior parte di questi sia abbastanza scontata. Ciò che è più grave e degna di nota è la colonna sonora: canzoni inserite in momenti a caso che non hanno niente a che vedere con ciò che sta accadendo e non sono per nulla evocative rispetto alla scena che accompagnano. L’unico personaggio convincente in questa pellicola, oltre il protagonista, è la madre Yelena, alla quale è dedicata una caratterizzazione particolare grazie anche ai flashback che la vedono protagonista. La sorella di Michele è di fatto inutile ai fini della trama anche se qualche volta riesce a regalarci dei piacevoli dialoghi.
Nel complesso la recitazione lascia a desiderare, e anche questa volta una dei pochi a salvarsi è Kseniya Rappoport. Ludovico Girardello è sicuramente migliorato rispetto all’altro film (nel quale era quasi improponibile) ma ancora non è un attore consolidato e, si spera, avrà occasione per migliorarsi ancora. In generale “Ragazzo Invisibile – Seconda Generazione” non è niente male ma molte piccole accortezze tecniche e di trama avrebbero potuto renderlo appetibile quanto il primo.
Giovanni D’Elia – Classe 3C