Morbillo, epidemia in crescita?

Nel passato epidemie quali il vaiolo o la peste nera hanno flagellato l’umanità con effetti permanenti ed indimenticabili per le persone e le generazioni che le hanno sopportate sulla propria pelle. Tutti sanno che per sterminare l’umanità bisogna per prima cosa avere le situazioni per farlo (carestie e guerre, ad esempio) e soprattutto nel caso delle malattie, le condizioni per causare grandi danni è che siano sconosciute, producano effetti gravi e abbiano difficili modalità di cura. Considerando tutto ciò è curioso pensare che la malattia che ha ucciso più persone in Europa non sia la febbre gialla, il vaiolo o altri morbi pestilenziali, bensì una malattia che fino ad oggi non aveva mai preoccupato: si tratta del morbillo, una malattia pressoché infantile che in pochi ritengono letale, ma rispetto alla quale l’Oms (organizzazione mondiale della sanità) ha registrato quest’anno ben 35 morti ed oltre 21mila casi, cioè il 400% in più rispetto ai dati del 2016 in cui era stato registrato un ribasso record di 5273 casi. Ed al secondo posto tra i paesi con più infetti vi è proprio il nostro, preceduto dalla Romania e seguito dall’Ucraina. Un paese su quattro dell’unione Europea ha avuto epidemie con più di cento infetti. Il caso principale per la diffusione di questa malattia è sicuramente il calo delle coperture vaccinali che non sono presenti nelle parti più emarginate delle società, ovvero tra gli emigranti o comunque tra le persone che non hanno le possibilità per permettersi una vaccinazione completa. Il rovescio della medaglia è che, nei casi in cui l’ infetto fosse stato vaccinato, le difese fornite dai vaccini non hanno funzionato. Quindi, se una malattia come il morbillo ha avuto una crescita così incredibile, se un giorno ci trovassimo di fronte ad una malattia di grandi proporzioni, e magari più gravi, cosa ci accadrebbe?
Leonardo Fattori – Classe 3D