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Terre di Musica: Musica e lotta alla mafia si incontrano in un viaggio emozionante

Intervista all’ideatore del progetto: Salvatore de Siena.

 

Sono le 10.30 di mattina e sono seduta su una comodissima poltroncina rossa, in trepidante attesa di conoscere il leader del gruppo artistico musicale “Il Parto Delle Nuvole Pesanti”: Salvatore De Siena.

Salvatore, padre a casa e musicista e cantante sul palco, ha dato avvio nel 2015 a un progetto culturale musicale chiamato “Terre Di Musica” che ha visto lui e la sua band girare tutto il territorio italiano nell’arco di due anni, con la collaborazione di Arci e Libera. Sono passati da Corleone a Trapani, dalla Piana di Gioia Tauro ad Isola Capo Rizzuto, da Mesagne a Cerignola, da Casal di Principe a Castel Volturno, fino a Roma, Bologna, Torino e Milano, per documentare l’esperienza dei beni confiscati, raccontare le storie delle tante persone, spesso giovani, che ci lavorano tra mille difficoltà, intimidazioni e vandalismi, e far comprendere che i beni confiscati non rappresentano solo un valore simbolico, ma anche una risorsa, un modello di sviluppo economico e sociale alternativo.

Ma ecco che arriva, con un sorriso incoraggiante e un’aria del tutto rilassata.

Indossa un particolare gilet sui toni dell’arancio e un paio di pantaloni caki, alquanto particolari, ma che si addicono perfettamente alla sua estrosità.

Si siede su uno sgabello di fronte a me ed è lui a rompere il ghiaccio stringendomi caldamente la mano con fare deciso.

Non appare turbato o in ansia per l’imminente esibizione, davanti ad una moltitudine  di fan in trepidazione, ma anzi, sembra non aspettare altro che soddisfare le mie curiosità, dunque non perdo tempo e inizio la mia intervista. Ho i minuti contati.

 

Dunque Salvatore, come è nata questa idea?

Da sempre mi sono interessato alla lotta contro la mafia e questo progetto mi è parso la giusta opportunità per parlare di questa tematica, finalmente, sotto una luce positiva; dico “finalmente” perché in giro se ne sente parlare sempre e solo in termini di critica e di denuncia. Noi, invece, vogliamo diffondere il messaggio che questo non è solo un fenomeno da denunciare, quanto, soprattutto, una realtà da affrontare nel quotidiano con gesti concreti e attivi.

 

Come hanno reagito le persone alla vostra offerta di far parte del progetto?

L’idea è stata fin dall’inizio apprezzata dalle associazioni e dalle istituzioni che hanno collaborato al progetto, nonché dalle persone che, a vario titolo, sono state coinvolte  nel lavoro.

 

Come mai hai scelto di presentare  il progetto anche nelle scuole?

Fin dal principio abbiamo ritenuto come principali destinatari del pogetto i giovani, dal momento che ci eravamo accorti che la lotta contro la mafia trovava più sensibilità tra questa fascia d’età che fra gli adulti. Il progetto dunque doveva costituire una fonte di investimento sui giovani in quanto sarebbe stato difficile sensibilizzare le persone già adulte. D’altra parte, nei beni confiscati ci sono tanti ragazzi che ci lavorano e che se ne occupano, quindi c’erano tutti gli ingredienti per renderli i protagonisti di questo incredibile viaggio.

 

Grazie mille Salvatore per il tuo tempo che mi hai dedicato.

Grazie a te. Ne sono stato più che lieto.

 

E con un sorriso stampato in volto e l’adrenalina nelle vene si alza dallo sgabello afferrando con una mano la chitarra e con l’altra un cappello con le piume e avvia verso la scaletta del palco.

 

Di Elena De Siena

Nella foto: tutta la band “Il Parto delle Nuvole Pesanti” riunita per uno shooting del loro nuovo album; in verde Salvatore De siena.

Crediti per la foto: Michele Stallo.