Insetti per sfamare il mondo in maniera sostenibile

Più di due miliardi di persone nel mondo li consumano quotidianamente, oltre 1400 specie possono offrire vantaggi diretti all’uomo, sono considerati quasi infiniti, gli insetti possono ormai essere considerati il cibo del futuro.

La Coldiretti ha segnalato l’entrata in vigore di un nuovo regolamento Ue che permetterà, dal primo gennaio 2018, di vendere e coltivare insetti a scopo alimentare anche in Italia. In occasione del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione la Coldiretti ha sottolineato l’importanza che gli insetti possono avere sulla nostra alimentazione, proponendo agli spettatori presenti una lista di insetti utili per l’uomo. Tra questi troviamo: tarantole arrostite del Laos, vermi giganti della Thailandia, baco da seta all’Aamericana, farfalle delle palme della Guyana francese, cimici d’acqua della Thailandia, scorpioni dorati cinesi e scarabei thailandesi. Era da anni infatti che la FAO in Italia spingeva verso il consumo di insetti, forte del fatto che già 2000 specie sono considerate commestibili e più di due miliardi di persone ne fanno usno quotidianamente. Importante e quasi fondamentale sarà l’atteggiamento che gli italiani avranno nei confronti di questa novità. Per ora il 54% degli italiani si è detto fortemente contrario poiché estranei alla cultura culinaria del nostro paese, basso è per ora il numero di favorevoli al consumo di insetti che infatti si aggira intorno al 15-16%, circa. Iil 24% è invece indifferente.

A tal proposito si sono pronunciati alcuni politici italiani, primo fra tutti il leader della Lega Matteo Salvini che ha definito “Alieni” le persone che hanno votato favorevolmente all’introduzione della cucina a base di insetti nel nostro paese.

Con una previsione di crescita che vedrà la popolazione mondiale toccare i 9 miliardi entro il 2050 il la FAO ha indicato il consumo di insetti come soluzione per sfamare il mondo in maniera sostenibile. Questi animali infatti non solo contengono le stesse proteine e vitamine di molti altri cibi (come ad esempio la carne) ma emettono meno gas nocivi e per allevarli basta del rifiuto organico. Ad esempio, il fabbisogno dei grilli è circa sei volte inferiore a quello dei bovini. Vista la futura crescita esponenziale della popolazione mondiale, sarà in continuo aumento anche la fetta di popolazione che non riceve un’a adeguata alimentazione o che nei casi peggiori non riceve proprio alcun tipo di alimentazione. Il problema si potrebbe limitare o eliminare quasi del tutto somministrando a tali popolazioni determinati insetti cucinati in una maniera corretta. I bruchi ad esempio contengono dei valori nutrizionali più alti del pesce e della carne: essi infatti contengono circa il 50% in proteine, 17% in carboidrati e il 15% in grassi.

In Europa tuttavia la situazione è ben diversa. Il primo paese in Europa a regolamentare il commercio di insetti per il consumo umano è stato il Belgio, seguito poi dall’Olanda e finalmente sarà ora possibile trovarli anche in Italia.

 

Di Matteo Missana