L’evoluzione della paura

Di Mirko Manset

Con lo sviluppo della società e dei suoi costumi la paura ha subito anch’essa un’evoluzione che nel corso degli anni è cambiata tanto da considerare ridicolo oggi qualcosa che era terrificante ieri.

Durante gli anni settanta, superate prima la paura per i mostri (vedi Dracula o Frankenstein), poi quella per la follia e brutalità umana rese celebri da Hitchcock (vedi Psyco 1960), il gusto dell’orrore si trasferisce nell’occulto e nell’esoterico dando vita a un classico senza tempo, considerato ancora oggi uno dei migliori film horror: “L’esorcista” diretto da William Friedkin nel 1973. Durante gli anni dell’orrore della guerra in Vietnam la paura infatti punta sempre di più verso il realismo, la pura e cruda realtà che supera le creature gotiche ormai grottesche e quasi ridicole.  Elogiato dalla critica e diventato un punto di riferimento per l’horror in generale, “L’esorcista” è così terrorizzante non solo per il film in sé pieno di scene  blasfeme, raccapriccianti e terrificanti ma anche e soprattutto per gli incidenti sul set che hanno dato a questo film un carattere ancora più misterioso e maledetto.

Dopo l’occulto e il realismo degli anni settanta il cinema dell’orrore del decennio successivo si concentra sul cosiddetto genere Slasher che basa il suo successo sugli antagonisti ben caratterizzati, in genere maniaci omicidi che, come dice il nome del genere stesso (dall’inglese to slash, tagliare), cercano di uccidere le proprie vittime molto spesso appunto con armi da taglio. Dei chiari e famosissimi esempi sono “Halloween – La notte delle streghe” (John Carpenter 1978) e “Nightmare – Dal profondo della notte” (Wes Craven 1984). Oltre allo Slasher gli anni ottanta hanno sfornato anche un Must del cinema in generale, il capolavoro di Stanley Kubrick “Shining” (1980). Nonostante l’horror funga solamente da sfondo in un film che racchiude molto di più della semplice paura, Shining diventa un punto di riferimento per la cultura dell’orrore, un modello indiscusso per il cinema horror.

Sulla scia del successo degli anni precedenti, negli anni novanta prevale ancora la scena Slasher che però non accontenta più il pubblico ormai abituato al genere. Si predilige quindi l’autoironia dove si criticano e omaggiano allo stesso tempo i grandi classici: grande esempio è la serie “Scream” che integra comicità e paura, con continui riferimenti alla cultura horror precedente.

Sul finire del decennio invece si formano le basi di quello che sarà il panorama degli anni duemila: nel 1998 esce “Ring” di Hideo Nakata, il primo di una lunga serie di film giapponesi che prenderà il nome di J-Horror dove il fattore psicologico diventa fondamentale; e nel 1999 “The Blair Witch Project” propone qualcosa di mai visto prima: un falso documentario capace di terrorizzare le sale con una semplicità agghiacciante. Il successo di entrambi i sottogeneri porta nel primo caso una serie di remake americane che adattano le tematiche e le narrazioni giapponesi al mondo occidentale; mentre nel secondo una lista di film che nonostante il budget minimo sono riusciti a riscuotere un successo straordinario. (Vedi “Cannibal Holocaust” la trilogia di “Paranormal Activity”, “Rec.”)

Ma la vera innovazione nel nuovo millennio è caratterizzato dallo sviluppo del Torture Porn, un sottogenere che esalta lo splatter, il disgusto, il sadismo. Film come “Saw – L’enigmista” (2004) propongono una visione dell’horror dove l’ansia e il terrore si subordinano al sangue e alla violenza che diventano effettivamente i protagonisti del film. La saga di Saw, nonostante la sua ripetitività, riesce comunque a rimanere fra i più visti attribuendo addirittura all’enigmista un’immagine simbolo dell’horror al pari dei Freddy Krueger e dei Jason.

Infine ultimamente sta ritornando di moda il gusto per il mondo degli spiriti, e per il soprannaturale che non riescono a trovare una spiegazione logica neanche nell’era dove la scienza ha permesso di conoscere quasi tutto. Sul modello sempre buono de “L’esorcista”, questi film riescono a riproporre l’atmosfera dell’occulto che riceve ulteriori miglioramenti grazie ai progressi della tecnologia e quindi delle tecniche cinematografiche: “L’Evocazione – The Conjuring” (2013) di James Wan ottiene un ottimo riscontro tra il pubblico e viene dunque seguito da uno spin-off “Annabelle” (2014) e da un sequel “The Conjuring – Il caso Enfield” (2016).

Gli horror tirano fuori la fragilità dell’uomo esponendolo alle sue paure più grandi che come lui non rimane ferma ma si evolve di pari passo seguendo la moda ma soprattutto le nuove incertezze e i dubbi che non smetteranno mai di esistere.

 

Fonte immagine: https://auralcrave.com/2017/05/13/breve-storia-del-cinema-horror/