“Un altro mondo” è possibile!

Il film-documentario “Un altro mondo” di Thomas Torelli (2014) è stato definito dal giornalista Maurizio Martucci “illuminante”. Il regista romano, grazie alle interviste di numerosi esperti, ha voluto mostrare le contraddizioni della contemporanea società occidentale, in cui il consumismo, con la costante creazione di nuovi presunti bisogni materiali, sta rendendo la popolazione sempre più cieca, dipendente, condizionata da fattori esterni, anziché padrona di se stessa e della propria vita. Una società, quindi, alienante, in cui le persone vivono costantemente in un mondo virtuale, fatto di cellulari, tablet etc., connesse a internet anziché alla realtà che le circonda. Una società che rischia di diventare sempre più distruttiva nei confronti di Gaia, la Madre Terra, e di conseguenza nei confronti dello stesso genere umano.

A questa visione materialistica della vita, Torelli oppone quella dei popoli nativi americani e degli antichi Maya, oggi suffragata anche dalle ormai decennali scoperte della Fisica quantistica. È così che nel film si intrecciano parole frutto di antica saggezza con quelle più attuali della scienza.

Ne scaturisce la visione di “Un altro mondo”, un nuovo mondo possibile, che tutti noi dovremmo contribuire a creare, fatto di amore e rispetto per il prossimo, per tutta la natura, e, soprattutto, di consapevolezza e responsabilità.

Gli esperti intervistati dal regista sono numerosi (qui citati in ordine di apparizione): Vittorio Marchi, docente di Fisica e ricercatore; Westin Luke Penuma, appartenente alla tribù degli Hopi; Igor Sibaldi, saggista e teologo; Antonio Giacchetti, esperto della civiltà Maya; Coyote Alberto Ruz Buenfil, scrittore e storico messicano; Giorgio Cerquetti, filosofo e scrittore; Rainbow Eagle, insegnante della spiritualità dei Nativi Americani; Enzo Braschi, esperto dello stesso popolo; Nitamo Montecucco, medico e ricercatore di Neuropsicologia; Gregg Braden, scrittore e scienziato; Massimo Citro, medico e ricercatore; Emilio del Giudice, ricercatore e docente di Fisica nucleare; Massimo Corbucci, medico e fisico; Don Luis Nah, Sacerdote Maya; Masaru Emoto, scienziato giapponese. Inoltre sono riportate citazioni di personaggi celebri come Giordano Bruno, Galileo Galilei, Alce Nero o tratte da testi sacri come la Brihadaranyaka Upanishad.

Il film è denso di concetti fondamentali: innanzitutto, quelli tratti dalla cultura e spiritualità dei Nativi americani e degli antichi Maya. Già il saluto che si scambiano i Nativi americani chiarisce la loro concezione della vita: “In Lak’ech” significa infatti “tu sei un altro me stesso”, indicando in tal modo l’unione tra tutti gli esseri viventi. Il saluto, infatti, è indirizzato, non solo agli altri uomini, ma a tutta la creazione, dagli animali alle piante, dal sole alto nel cielo al granello di sabbia. Tutto è vivo e interrelato, per questo degno di amore, rispetto, protezione. Bisogna perciò tornare a essere custodi della Natura, smettendo di sfruttarla e distruggerla in modo indiscriminato. Bisogna tornare a vivere nell’Amore. E soprattutto a vivere nel presente, nel “qui e ora”, senza lasciarsi distrarre dalla mente, con i suoi ricordi del passato o i suoi sogni sul futuro. Vivere nel presente fa sincronizzare con il senso di armonia della creazione, che è perfetta così com’è, in ogni istante.

La fisica quantistica sta gradualmente riscoprendo le stesse conoscenze. Secondo questi scienziati, infatti, tutto è vibrazione; la materia è semplicemente energia più condensata, quindi l’Universo è costituito da un unico corpo vibrante, più o meno denso. Non abbiamo percezione di ciò soltanto perché i nostri occhi non sono in grado di vederlo, ma tutto è vivo e vibrante, anche ciò che a noi sembra immobile, come una roccia, o ciò che per noi è invisibile. L’Universo è un sistema unitario che cerca di mantenere l’equilibrio di tutti gli elementi che lo compongono, è pertanto guidato da una consapevolezza intelligente. Tutte le componenti del sistema sono interconnesse, sono legate le une alle altre, perciò cambiando una parte si cambia il tutto; questo è ciò che i fisici quantistici definiscono “entanglement”, ossia l’intreccio.

Il film-documentario riporta diversi esperimenti a sostegno di queste ri-scoperte. Grande risalto è dato a quelli compiuti dal giapponese Masaru Emoto, che dimostrano l’influenza che alcune vibrazioni hanno sull’acqua, influenza rilevata al momento della sua cristallizzazione. I cristalli, sottoposti a vibrazioni positive come musica classica o parole quali “amore” e “grazie”, hanno una forma armoniosa e simmetrica, quelli sottoposti a vibrazioni negative, come il caos, hanno invece una forma disarmonica.

Dal momento che il nostro corpo ha un’altissima percentuale d’acqua, anche noi siamo influenzati, positivamente o negativamente, dalle vibrazioni di cui ci circondiamo (la musica che ascoltiamo, le parole che pronunciamo, i libri che leggiamo, le persone che frequentiamo, etc.). E a nostra volta, noi stessi influenziamo l’esterno con le nostre parole, i nostri pensieri e, soprattutto, le nostre emozioni. È così che partecipiamo attivamente alla creazione della realtà. Quindi, dovremmo fare tutti in modo di creare consapevolmente un mondo governato dall’Amore e dalla Pace, un mondo in cui non ci sia più una sensazione di separazione e isolamento, ma ci sia unione, perché in realtà tutto è Uno, SIAMO TUTTI UNO.

Un film da vedere e rivedere!

Francesca Brandolini, Raffaele Cappuccini, Giada Cardini, Anastasiia Danylova, Aurora Fiacchi, Ilaria Gordiani, Romina Mariani, Carlotta Palazzi, Ludovica Pangrazzi, 2C Liceo Artistico “Via di Ripetta”