Intervista allo scultore Otello Scatolini

Lo scultore romano Otello Scatolini ha gentilmente acconsentito a rispondere ad alcune nostre domande.

Può raccontarci i suoi primi passi nel mondo della scultura?

Avevo 17 anni, nella bottega di mio Padre Livio, anch’egli scultore, nonché mio Maestro,  presi uno straccio, lo intrisi di gesso liquido e lo attorcigliai su una tavola di legno dandogli forma: fu allora che divenni consapevole di quale sarebbe stata la mia missione. A tal proposito posso raccontarvi un altro piccolo aneddoto: mi trovavo a casa da solo, avevo all’incirca 12anni, non ricordo cosa stessi facendo in quel momento, ma rammento perfettamente che all’improvviso ebbi l’urgente bisogno di scrivere un biglietto e nasconderlo dietro il battiscopa della camera da letto dei miei genitori, c’era scritto “Qui visse in gioventù il famoso scultore Otello Scatolini”. Un anno dopo lo tolsi e lo gettai perché avevo saputo che mio Padre voleva ristrutturare casa e non volevo che lo trovasse proprio lui, me ne sarei vergognato.

La mia Anima già mi sollecitava per farmi capire quale sarebbe stata la mia missione.

Nella bottega di mio Padre imparai tutto quello che si poteva conoscere sulle  tecniche per la scultura in marmo, tutti i segreti della lavorazione, dall’abbozzatura alla rifinitura, dall’invecchiamento alla patina.

A casa ebbi la fortuna di avere uno zio, Lino, amante delle arti, musica e letteratura in particolare, che mi sollecitava creando in me domande, e dispensando qualche risposta, insomma: mio padre Livio fu il Maestro di bottega e zio Lino il mio Mentore.

 

Può descriverci il processo creativo della scultura, dal bozzetto alla realizzazione?

Brevemente:

  1. Meditazione
  2. Connessione con l’anima

III. Ascolto

  1. Azione
  2. Ascolto
  3. Azione

VII. Ascolto

VIII. Fine del percorso creativo.

Picasso diceva che un’opera d’arte per passare alla storia deve essere perfetta in ogni centimetro quadrato, io aggiungo che per essere perfetta in ogni centimetro quadrato va creata a quattro mani….quelle mie e  della mia Anima.

Sono convinto che il mio corpo è uno splendido mezzo con il quale Dio comunica su questa Terra; vedete, io potrei essere solo un bravo artigiano, che conosce a menadito tutti i segreti del suo mestiere e realizza quello che gli altri desiderano; potrei riprodurre perfettamente quello che già esiste. Ma in questo modo domani mi sveglierei e non sarei più capace di realizzare un’Opera. Potrei lavorare accademicamente, senza sentimento ma, tutto cambia appena la scintilla Divina Creatrice attraversa il mio corpo che fa da semplice conduttore… “Meditazione”….Il processo creativo si attiva nel momento in cui sono in contatto con la mia Anima che mi suggerisce cosa fare, e allora inizia… “l’Estasi”: prendo un foglio di carta, una tela, una lastra di polistirolo, un legno e inizio a dare forma ai suggerimenti con schizzi, appunti disegnati o scritti, modellazione….. “Meditazione”…..Affronto un altro viaggio, quello del modello al vero (rapporto 1:1), in creta, polistirolo, gesso, che è un’altra parte del percorso per il raggiungimento della destinazione finale.

“Meditazione”…..modificazioni…..meditazione…..modificazioni: percorso successivo, il blocco di marmo. Il Marmo, la scelta del pezzo migliore per la realizzazione “a regola d’arte”. Non è solo un fatto tecnico, il marmo migliore arriva solo se sei stato sincero con te stesso, solo allora vieni premiato. Lo guardi, lo sfiori con la mano e con il rispetto che porteresti per te stesso, per la natura, inizi a lavorarlo; e più gli dai e più lui ti darà.

Un continuo dialogo con l’Opera, che in ogni fase è modificabile, come una pianta che sta crescendo; la indirizzi e correggi la direzione.  Il processo creativo non finisce mai.

Quali tecniche usa?

Avendo iniziato a 11 anni, ho una vasta conoscenza delle tecniche e dei materiali; questo mi dà la possibilità di scegliere la più adatta, cambiarla e anche contaminarla ogni volta che se ne presenta l’esigenza.

Per quanto mi riguarda, penso che le tecniche moderne e contemporanee debbano essermi utili al processo creativo, senza mai interromperlo o bloccarlo.

Ho sentito, e sento tuttora, affermare che l’importante è l’idea e non la realizzazione. Quelli che affermano ciò rinunciano totalmente o in parte “all’estasi”, a quel processo creativo in cui continua la crescita di un’Opera, che è poi un’infinita nascita, momento per momento.

Perciò, delegare a una macchina questo percorso significa rinunciare ad imparare, contemplare e interagire con qualcosa che vive, per giungere a un obiettivo comune.

Cosa significa l’arte per lei?

Amare e avvicinarsi a Dio fino a comprendere di far parte del Tutto. Essere il Tutto e fluire  nel fiume della vita fino a farne parte integrante.

Ci sono artisti a cui si ispira?

Da Michelangelo a Giuliano Vangi, da Bernini a Medardo Rosso e Burri, dall’arte Cicladica alle installazioni contemporanee, da Caravaggio a Pollok e ritorno.

Gli artisti, che hanno prodotto con il cuore e che quindi hanno davvero “creato”, arricchiscono, in un continuo presente, l’umanità di Bellezza e Verità.

Ci sono opere che hanno più di cinquecento anni e sono di una modernità impressionante, a conferma del fatto che il tempo non esiste e che l’arte, quella vera, è trascendente.

Cosa cerca di comunicare attraverso le sue Opere?      

L’Uno attraverso l’Amore.

L’Unità tra tutte le cose, tra la parte femminile e la parte maschile che è in tutti noi.

Comunicare che non c’è separazione tra le cose, ma Unione, che siamo un tutt’uno.

Da Platone a Giordano Bruno, da Yogananda a Osho, i Maestri asseriscono che “tutto è Uno attraverso l’Amore”, ed è questo che voglio comunicare attraverso le mie Opere, anche facendo coesistere materiali, apparentemente diversi, in unico contesto, in una Opera unica.

Che messaggio vorrebbe dare ai ragazzi del Liceo Artistico che sognano di diventare artisti?

Volete essere artisti o creativi? Seguite l’intuito e non… l’istinto!

Che vogliate fare l’artista o il commercialista, ma essere creativi, seguite l’intuito.

L’intuito è direttamente connesso alla vostra Anima, è la sua voce.

L’intuito è la voce del vostro Sé Superiore, della parte divina che ancora tenete nascosta dentro di voi e che, se vorrete, scoprirete tra poco.

Ascoltate tutti: tutti quelli che vogliono darvi dei consigli o tutti quelli a cui ne avete richiesti e poi….. fate quello che vi suggerisce la vostra Anima.

Ricordatevi che ci sarà sempre qualcuno che vi dirà “ma che cavolo fai, stai con i piedi per terra, con l’arte non si mangia!” Beh, lui è uno zombie e non lo sa, mentre voi siete vivi.

Ricordatevi che l’istinto è legato ai cinque sensi e alla nostra dipendenza da loro, e ve lo dice uno che, in un modo o nell’altro, ne è stato dipendente e ne era imprigionato.

Se volete posso farvi  qualche esempio. Volete? No!?!….lo faccio lo stesso:

1) Senso della Vista? Analizzate la vostra dipendenza dal video o dai  telefonini; chi di voi riesce a lasciare il telefonino spento per 48 ore? NESSUNO!! Per 36? Ma stiamo scherzando!?!

2) Udito: chi di voi riesce a rimanere in silenzio assoluto nella sua stanza o in un altro posto per otto ore di seguito? NESSUNO! Che follia!!!

Qualcuno penserà che sono matto a scrivere di questo, ma che ci volete fare, gli artisti vengono da sempre considerati così, dei matti! E perché? Perché vanno in giro vestiti in modo stravagante o perché si dipingono la faccia come un quadro? Perché dicono o scrivono cose incomprensibili? Perché hanno orari variabili e perché credono in Buddha e Cristo allo stesso tempo? No cari ragazzi, sono  Artisti  perché “Sono”. Sono loro stessi.

Per “Essere” artisti, e non “fare” gli artisti, (c’è una bella differenza!) dovete essere sinceri con voi stessi. Ecco perché vi consiglio di spengere ogni tanto i telefonini per 36 ore (48 se proprio non ce la fate) e stare con voi stessi in silenzio.

Ecco perché vi consiglio di ascoltare il silenzio, perché solo così vi connetterete alla vostra Anima, che adesso non riuscite ad ascoltare perché c’è troppa confusione  attorno a voi: il volume è troppo alto, proprio così, il volume è troppo alto, c’è troppo CASINO!!!

Riuscireste a sentire una persona che vi sussurra all’orecchio un’idea splendida per una vostra opera mentre voi strillate? Un grande pittore contemporaneo, Jackson Pollock, scriveva “quando sono ‘nel’ mio dipinto, non sono cosciente di ciò che sto facendo”. In quel momento era se stesso ed era SOLO con se stesso e, dopo un po’,  diventava tutt’uno con la tela, i colori, la materia, con l’opera.

Non dico che sarà facile o veloce, non vi racconto balle, ma vi ripeto una cosa che mi è stata più volte ripetuta da grandi artisti che ho frequentato e che, vi assicuro, non mentivano quando si parlava di arte: “Otello, chiuditi nella tua bottega e concentrati, devi lavorare sodo e sempre con grande qualità, ricordati di non trascurare mai la qualità per la quantità. I risultati arriveranno, magari non subito ma, se continuerai così, prima o poi arriveranno. Stanne certo”.

Gli artisti erano e sono: Giacomo Manzù, Franco Zeffirelli, Cecco Bonanotte, Mario Schifano, Enzo Cucchi e Francesco Clemente.

Credeteci, è vero.

Federica Bellucci, Daria Pacetti, Lorena Tarsi, 2A Liceo Artistico “Via di Ripetta”