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Bullismo e cyberbullismo: cosa la scuola, le famiglie e le istituzioni possono fare

Il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo, entrato a gamba tesa nel contesto sociale da quando i social sono diventati strumenti molto utilizzati per la comunicazione tra ragazzi, è una piaga sociale che crea da sempre problemi, psicologici e fisici per la vittima la quale subisce prepotenze da parte di una persona, o più, che hanno bisogno di imporsi in modo negativo e esagerato per cercare di essere superiore alla vittima e al contesto intorno a se.

Tra i più giovani la vittima di attacchi di bullismo che viene abusata fisicamente e psicologicamente è una persona che non sa reagire a degli scontri fisici e verbali rimanendo cosi inerme di fronte la situazione creatasi. Questa piaga sociale, se cosi si può definire colpisce non soltanto i giovani ma anche gli adulti in molti lavori, infatti il mobbing è un abuso da parte da datori di lavoro o colleghi mettono alle strette e in condizioni precarie la vittima.

Il bullismo è un fenomeno che deve essere contrastato dal primo grado di istruzione e dai primi anni di vita del bambino da parte, dei genitori e maestri che devono creare una forma mentis di rispetto e solidarietà per chi è più debole e indifeso aumentando così oltre che la stima di se stesso anche consapevolezza di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato fare, per non limitare la libertà altrui uno dei diritti fondamentali di una società civile.

Come accade molto spesso le famiglie, le scuole e gli amici non riescono nell’intento ed è questo il momento in cui le istituzioni devono entrare in gioco per ristabilire un ordine ed un equilibrio sociale.

Se la persona è molto giovane solitamente le istituzioni dovrebbero preoccuparsi a mandare un assistente sociale a casa del ragazzo con il quale intraprendere un discorso di ampio spettro rassicurante e schiarente per creare consapevolezza nella coscienza del ragazzo.

Se la persona ormai non è più un bambino o adolescente la questione si fa più articolata e complessa difficile da chiarire. Sicuramente, se maggiorenne l’uomo in questione infatti deve essere punito con sanzioni disciplinari come la promozione sociale di un sito capendo così il fatto centrale in questione, cioè educazione e rispetto nei confronti di qualcosa e qualcuno che non può o sa reagire.

Emiliano Porcaro e Matteo Martinelli

IIS Tommaso Salvini di Roma