Omicidio giustificabile o meno?

La propria vita o quella del proprio aggressore? Vale la pena togliere la vita ad una persona per salvarne altre?

Martedì 13 febbraio, durante la settimana di cogestione, abbiamo partecipato ad un’attività di dibattito, tenuta da un professore, riguardante la possibilità di giustificare un omicidio.

Prima di cominciare ci siamo divisi in due gruppi da dieci, ognuno dei quali doveva sostenere e motivare la propria tesi e un terzo gruppo che faceva da giuria.

Il primo gruppo  ha esposto la propria idea, secondo la quale uccidere per difesa è legittimo, per loro infatti è meglio sacrificare la vita di una persona violenta, come un aggressore, piuttosto che quella di un innocente.

Un’altra occasione in cui è giustificabile la perdita di una vita umana è in caso se ne possano salvare molte altre, per esempio,  se ci trovassimo alla guida di un treno e vedessimo sui binari una persona sarebbe meglio uccidere quel  singolo uomo per evitare un disastro ferroviario e perdere molte vite.

L’altro gruppo sosteneva la tesi contraria e riteneva in ogni caso, anche in una situazione di grave pericolo, ricorrere alla legalità evitando la giustizia privata.

Per quanto riguarda la possibilità di perdere una singola vita per salvarne molte, ritenevano che si dovesse comunque tentare, in quanto si contrapporrebbe la sicurezza di uccidere una persona al rischio di metterne in pericolo altre, e se gli eventi fossero stati favorevoli anche la singola vita sarebbe stata salvata.

Dopo questo primo scambio di idee i ragazzi hanno avuto del tempo per ragionare sulle idee degli avversari poi i due capigruppo hanno ripreso la parola per controbattere.

I primi hanno ribadito che l’uccisione per difesa è un istinto di protezione verso se stessi e un diritto a conservare la propria vita e che vale la pena  tentare di salvare molte vite se il rischio di perderle è considerevole.

Il secondo gruppo però sosteneva che il rispetto della vita viene prima di ogni cosa e ci si può difendere senza mai uccidere, inoltre per salvare molte vite qualcuno si dovrebbe prendere la responsabilità di sacrificarne una e questo segnerebbe per sempre la sua coscienza segnandolo fino alla fine dei suoi giorni.

Tutto questo è stato giudicato dalla giuria, la quale si è trovata un po’ in difficoltà perché entrambe le tesi e le motivazioni erano valide e convincenti, ha prevalso però il primo gruppo perché il secondo non è riuscito a demolire la tesi della legittima difesa.

 

Di Alessia Sanvittore