I tesori della mafia inutilizzati

Alessia Caruso

Sono però parecchi gli immobili sottratti a Cosa Nostra preda di vandali e ladri: più di tremila. Il lasso di tempo che passa tra la confisca e l’assegnazione per l’utilizzo sociale sfiora i dodici anni, e uno dei motivi principali è che l’80% dei beni confiscati dalle procure siciliane risulta vincolato da ipoteca. Inoltre, al di là delle lunghissime pratiche burocratiche, risulta spesso difficile trovare qualcuno interessato al bene, o anche che abbia il coraggio di venirne in possesso, di utilizzarlo. La gestione dei beni confiscati ha così lasciato molto a desiderare e, non di rado, è stata veramente scandalosa con risvolti anche penali. Basti pensare all’inchiesta che ha coinvolto Silvana Saguto, ex Presidente della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo, dove i beni confiscati erano assoggettati a forti interessi lucrativi di chi ne deteneva la gestione legale; e magari questa “paralisi legale” è stata appositamente creata in modo da far entrare nuovamente in possesso dei beni la mafia tramite sotterfugi e prestanome. Parlando poi in termini d’immagine, che figura fa lo Stato davanti ai cittadini che sanno a chi apparteneva quel bene e che lo vedono abbandonato al degrado? La situazione non può rimanere questa.