Ricordare Falcone, ricordare Morvillo

Elena Palazzolo

Capaci, 23 maggio 1992, 17.58: Giovanni Brusca fa brillare una carica di tritolo. Muoiono Falcone, la moglie Francesca Morvillo, e gli agenti di scorta Schifani, Dicillo e Montinaro. Di Falcone, com’è giusto, si è parlato molto; meno invece della Morvillo, l’unico magistrato donna assassinato della storia di Italia. Francesca nasce nel 1945, a Palermo, e cresce con il diritto in casa: suo padre è magistrato e lei ne seguirà le orme. Già durante l’ultimo anno di studi inizia a prepararsi per il concorso di magistratura, che supera l’anno successivo, nel 1968, diventando una delle prime donne magistrato in Italia. Inizialmente è giudice del Tribunale di Agrigento, ma più importante ruolo per lei il suo secondo incarico, da Sostituto Procuratore al Tribunale dei Minori di Palermo. Donna riservata, eppure estremamente empatica e tranquilla, Francesca è di una professionalità esemplare.
Conosce Giovanni Falcone a casa di amici quando lui torna a Palermo dopo quattordici anni, si innamorano subito e decidono di stare insieme sapendo che non vivranno mai in piena libertà ma con la scorta sempre al loro fianco. Più passano gli anni più la tensione aumenta, ma Francesca, invece di spaventarsi, rinnova la sua decisione, non limitandosi ad appoggiare le scelte del suo compagno, bensì aiutandolo attivamente nel suo lavoro: Francesca era la persona del cui parere giuridico Giovanni si fidava di più. Nel 1985 i carabinieri intercettano le prime minacce concrete alle loro vite, così i giudici e le loro famiglie vengono trasferiti sull’Isola dell’Asinara dove, blindati e sorvegliati a vista, trascorreranno alcuni mesi prima del processo. Francesca decide l’anno seguente (proprio quello del processo) di sposarsi con Giovanni Falcone, con un rito civile, officiato dall’allora sindaco di Palermo Leoluca Orlando, quasi in segreto, presenti solo pochi familiari e i testimoni. Quando due anni dopo Falcone viene trasferito a Roma, Francesca fa di tutto per avere un incarico in magistratura e poterlo seguire. Ed è proprio da Roma che partiranno il 23 maggio, per tornare a Palermo per il fine settimana, come erano soliti fare. Francesca salirà su una Fiat e prenderà il posto accanto a Falcone. Di Francesca si parla poco, come se quel giorno la sua morte fosse stata frutto del caso che l’ha portata lì, sulla Croma bianca, e non invece il risultato di una scelta forte e coraggiosa, motivata non solo da un amore che è stato in grado di resistere a qualsiasi cosa, ma anche da un profondo senso di giustizia, da una causa comune che l’ha sempre unita al marito: quella della lotta alla mafia.