Berlin – I fuochi di Tegel

Romanzo distopico di Fabio Geda, nato nel 1972 a Torino, dove vive, e di Marco Magnone, nato nel 1981 ad Asti. Il romanzo è ambientato nella Berlino Ovest negli anni del muro che la separava dall’altra metà della città, e costituisce il primo episodio di una collana di romanzi. La Berlino Ovest che conosciamo non esiste più, un virus stermina tutte le persone adulte lasciando in vita, come per ironia della sorte solo i bambini quasi come se il virus volesse vedere come si sarebbero comportati; ovviamente dopo una certa età il virus stermina anche i sopravvissuti. Un libro che sembra ispirato al capolavoro del premio Nobel William Golding, “Il signore delle mosche”, che riuscì ad immaginarsi per la prima volta come si potrebbero comportare dei ragazzi abbandonati a sé stessi: diventeranno dei selvaggi come succede in questo libro, al quale nel romanzo si fa anche riferimento. Questo capitolo della collana gira intorno a un episodio di rapimento di un bambino di circa tre anni, del quale uno dei tanti gruppi di ragazzi che si sono venuti a formare dopo l’epidemia vogliono fare una sottospecie di animale domestico: i rapitori appartengono al gruppo dell’aeroporto di Tegel, e sono i più selvaggi tra i superstiti. E così il gruppo di ragazze a cui è stato sottratto il piccolo si metterà alla ricerca di questo prima che il gruppo di Tegel faccia del male al piccolo, con l’ aiuto di un gruppo disposto ad aiutare chi ha bisogno. Classico romanzo distopico post-epidemico consigliato agli amanti del genere e non.
C.B. – Classe 3D