Buon compleanno! – Racconto

Faceva freddo e nevicava, Lisa si stava alzando dal letto per andare a scuola quando arrivò la mamma che le urlò di alzarsi immediatamente e lei per la paura cascò dal letto e battè la testa sullo spigolo della scrivania. La mamma disse: «Mio Dio, ti sei fatta male, tesoro mio?»
«No, no, mamma, grazie» rispose lei.
La mamma sospirò e disse dolcemente: «Dai, vai a scuola, è già tardi».
Ero per la strada con un cappotto di lana e una sciarpa. Mentre mi avvicinavo a scuola notai che dei ragazzi piangevano disperati, allora mi avvicinai e chiesi il motivo di tutta questa disperazione e mi rispose una ragazza in lacrime, spiegandomi: «Clark è morto, proprio oggi che ci doveva fare vedere il suo nuovo anello d’oro, ti rendi conto?»
Poi la ragazza andò via, continuando a singhiozzare. Lisa si sentiva un nodo alla gola, proprio ieri si era messa a litigare in modo serio con Clark, si era proprio arrabbiata ieri. Meno male che la signora Giulia l’aveva fatta sfogare, sennò se si fosse tenuta tutto dentro probabilmente sarebbe stata arrabbiata tutta la sera. La signora Giulia era una donna sull’ottantina che aveva conosciuto sette anni fa al parco.Tutti i giorni andava da lei dopo scuola, era sempre cordiale e sempre allegra.Da lei mangiava e faceva i compiti per il giorno dopo, facevano torte e completavano la Settimana Enigmistica.L’ultimo pensiero che aveva in testa prima di entrare in classe fu il primo felice di tutta la giornata: domani avrebbe compiuto 15 anni.Mentre metteva lo zaino all’attaccapanni guardò l’orario e sbuffò: alla prima ora c’era grammatica. Mentre sbuffava aveva anche imprecato sottovoce e aveva avuto la fortuna che il prof l’aveva sentita, quindi la minacciò di sbatterla in presidenza. Lisa sperava di evitare un rapporto ed invece le mise pure quello. Aveva iniziato la mattinata malissimo e il resto non fu migliore: prese un 5 all’interrogazione, restituirono il tema e prese 4 meno.Finalmente era arrivata l’ultima ora ma ci fu una cosa che la inquietò: appena entrata la prof disse:
«Attenti ragazzi, guardatevi sempre dietro le spalle mentre tornate a casa».
Quelle parole turbarono molto Lisa e così mentre la prof spiegava, lei pensava. Mentre usciva litigò con Ben e poi, nuovamente infuriata, s’incamminò da Giulia. Mentre camminava si girò all’improvviso e vide una persona vestita di nero e con un cappello sulle ventitré che la seguiva, più accelerava più lui (o lei) accelerava. Era terrorizzata, non sapeva cosa fare, ma ad un certo punto non la vide più. Corse fino a casa di Giulia e bussò alla porta, lei aprì. Le raccontò l’accaduto: lei le disse in modo molto comprensivo: «Tranquilla, bambina mia, non lascerò che nessuno ti possa fare del male, tantomeno il giorno del tuo compleanno»
«Grazie, Giulia».
«Di niente, bambina mia»
Allora Lisa si alzò, andò in cucina e disse: «Giulia, ma dov’è la torta che mi avevi promesso per il mio compleanno?»
«Tesoro mio, il tuo compleanno è domani… Tranquilla, la torta sarà bella grossa e a te piacerà tantissimo».
Giulia rispose con un cenno affermativo, anche se era un pochino delusa perché voleva vedere la torta.
Si mise a mangiare e, una volta finito il pranzo, si misero a fare aritmetica: per Lisa era complicatissima, non ci capiva mai niente.Una volta finita anche aritmetica si misero a giocare a Monopoli, che però venne interrotto perchè verso le cinque del pomeriggio la chiamo la mamma e le disse: «Vieni a casa, Lisa: sta diventando tardi e poi la strada è buia!»
Lisa salutò e si incamminò verso casa: era stanchissima e mentre camminava si guardò dietro e… incredibilmente rivide la persona che aveva visto prima uscire da scuola, così, incuriosita e lo stesso tempo terrorizzata, girò dietro un angolo. Dietro c’era un parco con una piccola capanna di legno, così lei per lo spavento prese e ci si infilò dentro. Allora, una volta all’interno, si sentì molto più sicura anche se c’era un buio pesto e lei aveva una gran paura che l’uomo la scoprisse, anche perché sarebbe stata in trappola. Ad un certo punto sentì dei passi, e pensò: «Ecco, ora mi rapisce come i miei amici…»
Più sentiva questi passi avvicinarsi, più si schiacciava verso la porta della casetta di legno. Ad un certo punto senti che l’uomo batteva sulla porticina, lei si strinse cercando di non farsi vedere ma l’uomo aprì l’anta. Era sicura che l’avrebbe vista subito. Ebbe solo una frazione di secondo per vedere l’uomo in faccia: in realtà non si poteva distinguere niente perché aveva un passamontagna, un cappello e una piccola sciarpa che gli copriva mezza faccia. Aveva anche un giubbotto di pelle nera, si rese conto Lisa, ringraziando il cielo che al buio non riuscisse a vederla.Lisa tratteneva il respiro, il cuore le batteva fortissimo, quando l’uomo richiuse la porta, allontanandosi. Lei rimase lì in silenzio: aveva paura che quell’uomo ritornasse però aveva una certa angoscia che l’avesse riconosciuta e potesse pedinarla per il resto dei suoi giorni. Poi però si convinse che aveva detto una stupidaggine perché se l’uomo l’aveva seguita per tutta la giornata probabilmente l’aveva già vista in faccia, quindi le sorsero dei dubbi: doveva dirlo alla mamma, doveva dirlo a Giulia, doveva dirlo alla polizia o doveva tenersi tutto dentro? Non aveva nessun amico del cuore con cui confidarsi. Però forse Giulia si sarebbe preoccupata troppo e la mamma forse non l’avrebbe fatta andare a scuola… non che fosse un dramma, però le dispiaceva rimanere indietro con i programmi scolastici… Arrivata a casa, stette tutta la notte a pensare cosa avrebbe dovuto fare, ma a un certo punto intorno alle due si addormentò. La mattina seguente non vide nessuno che la seguiva però venne a sapere che era scomparso Ben e che avevano ritrovato solo una mano. Era lo stesso preoccupata anche se quel giorno era un giorno speciale per lei: era il suo compleanno e non avrebbe permesso che quell’uomo rovinasse la sua festa. Entrò in classe, era allegra ma allo stesso tempo preoccupata, salutò i compagni, disse buongiorno alla professoressa e stette ad ascoltare la lezione. A fine scuola si precipitò di corsa da Giulia: voleva fare veloce perché aveva paura che l’uomo la pedinasse di nuovo. Appena bussò, senti uno strano uno strano rumore dentro la stanza di Giulia e iniziò a preoccuparsi, ma quando la donna venne ad aprirle la porta, si rallegrò. Le saltò in braccio e lei le fece gli auguri di buon compleanno. Lisa era tutta felice, non sapeva cosa l’avrebbe aspettata poco dopo…
Appena entrò in casa, disse: «Dove sono il mio regalo e la mia torta?»
«Certo, bambina mia, certo… Ora ti porto la torta e anche il regalo…»
Così chiuse le finestre, e serrò pure la porta a chiave. Lisa aveva notato questa stranezza, ma non si preoccupò molto, anche perché era troppo contenta e lo fu ancora di più quando, una volta spente le luci e rimasta al buio, le arrivò davanti Giulia: aveva una torta altissima con sopra delle candeline stranissime….
Erano dita! Lisa si prese praticamente un infarto, quando poi vide che in una di quelle c’era un anello d’oro massiccio e realizzò che erano le dita dei ragazzi scomparsi, meno quelle della mano ritrovata, fu assalita da un attacco di paura, si sentì rabbrividere e ribollire lo stomaco. Giulia le porse una bella scatola infiocchettata che Lisa fece appena in tempo ad aprire, quando non riuscì più a trattenere il disgusto che sentiva alla bocca dello stomaco: dentro non c’era altro che due teste sanguinolente. Riconobbe immediatamente la faccia di Ben e quella di Clark. Era terrorizzata e senza parole.
Giulia sorridendo disse: «Buon compleanno, bambina mia!». E accese le candeline…

Luca Garofalo – Classe 1E