La memoria del passato – Racconto

Proprio come immaginavo, non ho avuto il tempo di fare una singola domanda sulla società di adesso che subito mi hanno bombardato di domande su com’era la società che mi sono da qualche giorno lasciato alle spalle. Certo hanno testi, anche se molte delle domande erano inerenti a come facciamo a studiare sui libri, ma niente è come intervistare di persona un individuo di circa 2500 anni fa.
Ebbene si, è strano pensare che nel 4518 esistano cose particolari, come i mezzi di trasporto di adesso, che sostituiscono le antiche automobili, che nonostante l’impressionante velocità massima di 1300 chilometri all’ora ed il fatto che vengono usati da tutti, non producono danni ambientali e neppure traffico, che è quasi nullo, dato che il cielo è un’enorme autostrada. Ma la cosa che sembrerebbe più ovvia a qualcuno che pensa al futuro da qui a duemilacinquecento anni sarebbero le macchine del tempo. Uomini e donne che fanno una bella gita nel Paleolitico, oppure nella Belle Èpoque, e invece no. A quanto pare sono stato l’unico, che all’inizio di questi duemilacinquecento anni ha pensato a come costruirne una. E adesso sono qui. Strano pensare che se vengo dal passato la gente non sappia delle macchine del tempo, dato che ne ho creata una, sembra quasi un paradosso.

Hanno subito convocato studiosi, acculturati e qualsivoglia genere di erudito da ogni pianeta sotto il controllo umano per tornare sulla Terra ad intervistare me. Non so se sentirmi onorato oppure d’intralcio. Diciamo che forse dovrei essere onorato, di certo sono contenti di mobilitarsi per parlare con me.

Eccoli, tutti si siedono. Non capisco, però, mi danno del tu, e sembrano confusi quando do a qualcuno del ‘lei’.
Iniziano a farmi domande su come fosse la vita nel 2018, e io rispondo in modo sufficientemente soddisfacente per come mi dicono loro. Mi chiedono anche come funzionassero le automobili, e loro, sembrano come qualcuno a cui si sta raccontando una balla, ma ciò che gli racconto è vero, gli racconto pure dei frequenti incidenti stradali, e pure di mio fratello, che si era fratturato il femore dopo una caduta in moto.

Da lì in poi ogni domanda che mi fanno è accompagnata da un aneddoto. So di essere probabilmente stato inutile e di aver detto cose che già sapevano, e anche se ero veramente euforico al pensiero di vedere duemilacinquecento anni nel futuro, ora non vedo l’ora di tornare nel presente, e questo viaggio nel futuro mi ha messo addosso una gran nostalgia di casa. Credo proprio che ora tornerò indietro. Era andato tutto come previsto, ma la nostalgia… quella no.

Edoardo Lolli – Classe 3D