Le arti marziali

L’espressione “arte marziale” significa letteralmente “arte di Marte“ cioè il dio romano della guerra. Le arti marziali non esistono solo in Oriente ma ci sono anche in Occidente, anche se adesso, quando se ne parla, ci si riferisce di solito a quelle giapponesi, cinesi e coreane come il karate, il judo o l’aikido. Tuttavia queste discipline hanno significato diverso a seconda di dove hanno avuto origine: in quelle occidentali l’obiettivo principale è la sconfitta dell’avversario, mentre in quelle orientali il combattimento è considerato solo come mezzo di difesa. Adesso queste arti marziali sono praticate soprattutto come sport, ma quelle orientali ancora servono, oltre che ad allenare il fisico, anche a raggiungere concentrazione, autocontrollo, consapevolezza dei propri limiti e delle proprie capacità. Ma come si sono conosciute in Occidente le arti marziali orientali? È una cosa abbastanza recente, perché i primi occidentali a venirne a conoscenza sono stati i soldati americani nella seconda Guerra Mondiale, quando combatterono contro i Giapponesi, e più tardi nella guerra di Corea. Inizialmente quello che colpiva erano i combattimenti perché sono spettacolari e adattissimi per i film d’azione; infatti a Hollywood furono realizzati diverse pellicole, le più famose delle quali sono probabilmente quelle interpretate da Bruce Lee. Negli anni Ottanta sono stati girati film anche per adolescenti, come Karate Kid, il cui messaggio è che grazie alle arti marziali ci si può difendere dai bulli ma si raggiunge anche l’equilibrio mentale che ci dà autocontrollo. Infine siamo arrivati anche ai bambini con i cartoni animati come Dragonball, anch’esso degli anni Ottanta, fino ad arrivare al 2008 quando è stato prodotto il primo cartoon di “Kung Fu Panda”, che dimostra che con l’impegno e l’allenamento si può non solo battere l’avversario ma anche raggiungere molti traguardi.
Lorenzo Pinelli – Classe 1D