Primo giorno di scuola – Racconto

Mi ricordo il mio primo giorno di scuola media… non so dirvi se è stato bello o orribile, però una cosa è certa: ero gasatissima!
La sera prima sono andata a letto alle otto e mezza perché il giorno dopo volevo essere sveglia ma soprattutto volevo farmi nuovi amici, e come si fa a creare nuove amicizie se si sembra degli zombie in astinenza da sonno? Non si creano…
Io credo che sia molto importante la prima impressione, perché se qualcuno crede che sei antipatica il primo giorno, non credo che successivamente ti starà vicino. Quindi dovevo essere simpatica, cosa che è risultata molto difficile perché la notte non ho dormito e, quando non dormo, mi vengono istinti omicidi pazzeschi. Non dico che uccido la gente, dico solo che se non dormo poi divento nervosa e allora vi conviene starmi lontano.
Insomma, la mattina ero nervosa, però mi è passato subito, dovevo controllarmi quel giorno. Mi sono vestita, mi sono lavata, ho fatto colazione e sono uscita di casa, vi sembra tutto perfetto? Invece non lo è, perché non sapevo la strada per andare a scuola! Faccio la cosa che credo farebbero tutti: mi guardo attorno e aspetto che qualcuno che sembra di prima media mi passi davanti. Dopo un po’ passa davanti a me una ragazza con gli occhiali rosa e la cosa di cavallo, vado da lei e le chiedo se deve andare in prima media. Dice che se vuole possiamo fare la strada insieme perché anche lei andava alla Puccini.
Dopo un po’ avevo scoperto le seguenti cose: la ragazza si chiamava Giulia, aveva undici anni e anche lei doveva andare in prima media. “In che classe andrai?” mi chiede. “1D” rispondo.
Dalla sua faccia stupefatta capisco che lei sarebbe stata un mia compagna di classe. Perfetto! Ero riuscita a farmi un’amica!
Arriviamo a scuola e la professoressa Lupi inizia a chiamare per nome ogni alunno di ogni classe… “Chiara Pinco!” ora mi toccava andare davanti a tutti davanti alla prof, salutarla e andare dalla mia futura classe. Scommetto che sarei caduta per le scale, un classico! Per fortuna, arrivo in classe senza cadere. Appena entro la prima cosa che penso è: “Che classe deprimente!”. Era tutta bianca e ordinata, senza giochi né libri. Cerco di sedermi accanto a Viola, la mia migliore amica, ma lei si era già seduta accanto a un’altra, perfetto! Ora devo solo trovare un banco libero… mi siedo accanto a Stella e subito penso che lei sarebbe stata la bulla della classe (scusa, Stella, ma io lo avevo detto che quando non dormo mi vengono gli istinti omicidi!) e devo ammettere che avevo un po’ di paura.
La professoressa inizia a parlare: “Come sapete la scuola media è molto importante… bla bla bla… dovete studiare… bla bla bla…” e così via, ma io non ascoltavo, ero troppo occupata a studiare i miei nuovi compagni… c’erano Giulia, Viola e altri che non conoscevo… speravo solo di riuscire a fare una buona impressione…
Finalmente manca solo un’ora alla fine di quella estenuante giornata… non vedevo l’ora di stendermi sul letto, con le cuffie e sentire la musica. A un certo punto entra una professoressa con un sorriso spaventoso. Era la Rodriguez. Non me ne avevano parlato molto bene, dicevano che interrogava ogni giorno, che diceva che dovevamo essere felici, però appena ridevano dava una nota… speravo solo che non iniziasse a odiarmi sin dal primo giorno!
Dopo un po’ si siede e inizia a parlare in spagnolo, non ci capivo niente ma ascoltavo comunque, se la Rodriguez si arrabbiava con me il primo giorno di scuola ero morta! Ascolto, ascolto e alla fine scrive una cosa alla lavagna: “ Hoy es jueves, 15 de septiembre de dòs mil diecisèis”. Io copio e cerco di tradurre ma non sapevo neanche che quelle parole rappresentavano la data. Torno a casa e inizio a ripeterle a memoria, volevo diventare brava a Spagnolo!
La mattina dopo mi preparo e vado a scuola. Prima ora: Spagnolo! Fantastico! Entra la prof col suo sorriso spaventoso e io inizio a ripetermi la frase di ieri in mente: ok, la sapevo. Dopo un po’ capisco che quella frase impossibile da pronunciare era la data! Non ci credo! Avevo imparato a memoria la data! Sono scoppiata a ridere, ma mi sono dovuta trattenere se no la Rodriguez credeva che non le portavo rispetto.
Finalmente finisce quella giornata e mi sento a pezzi però ero riuscita a fare amicizia e ad avere il numero di Stella, non era una bulla! Era pure simpatica! Ero felice ma anche stanchissima!
Il primo mese mi impegnavo al massimo, mi avvantaggiavo con i compiti ed avevo sempre la mano alzata se la prof chiedeva qualcosa. Non credevo che i professori ci dessero così tanti compiti! Ora invece sto dalle 3 alle 7 a studiare e poi quando vado a scuola mi interrogano e mi ritrovo 6! Non è giusto! Credono che io non studi ma io studio, eccome se studio! Credo che se i professori si mettessero nei nostri panni per un giorno forse capirebbero come ci sentiamo ad andare a letto la sera con l’ansia di una verifica o di un’interrogazione! Comunque sia, è così che è iniziata la media…
Chiara Pinco – Classe 2D