Racconto di Natale

Era una sera nevosa, stavo sorseggiando la mia tazza di cioccolata nel bar più squallido della città, era la vigilia di Natale quando, verso le nove, entrò un uomo, si diresse verso il bancone, parlò con il barista parlottando non capii bene cosa, poi l’uomo si diresse verso il mio tavolo, prese una sedia e si mise di fronte a me.
Ci furono secondi di imbarazzo, finalmente aprì la bocca come se volesse parlare ma non uscì nessun suono dalla sua bocca. Vidi nei suoi occhi la vergogna.
Di cosa si vergognava? Insomma, eravamo due uomini a un tavolino, sentivo la tensione nell’aria.
Mi presentai: “Piacere, mi chiamo Nick Lucas”.
L’ uomo non mosse ciglio, pensai che avesse qualche malattia strana, il barista mi guardò, poi io lo riguardai. Frugò nella tasca della giacca e tirò fuori una sigaretta, se la mise in bocca, l’accese e aspirò, mi disse: ”Ho bisogno di soldi, amico.”
Io lo guardai male perché non lo conoscevo nemmeno e mi stava chiedendo dei soldi.
“Quanti?” chiesi.
“Novecento dollari, amico” mi rispose.
“Perché dovrei darteli?” chiesi a mia volta.
“Perché ne ho bisogno, amico” disse lui.
“Non mi hai detto il tuo nome…”
“Mi chiamo Frederick Factors, amico” mi disse ancora.
Mi alzai dicendogli: “Seguimi!”
Andammo a casa, lo feci entrare e cenammo insieme, mi raccontò la storia della sua vita: i soldi gli servivano a pagare l’affitto di un bilocale in cui ci abitava con la moglie e i suoi tre figli di sedici, tredici e dieci anni.
Gli diedi i soldi perché in fondo era la vigilia di Natale.
Dieci anni dopo sentii bussare alla porta, era la donna delle pulizie che mi doveva pulire l’appartamento, dietro di lei vidi un signore che leggeva i campanelli, gli chiesi chi stava cercando, lui mi corse incontro con dei soldi e me li infilò in tasca.
Chiesi spiegazioni, e lui mi disse il suo nome: era Frederick, aveva trovato un lavoro molto redditizio e appena aveva trovato novecento dollari era corso a cercarmi.
Io rimasi sorpreso di come potesse ricordarsi di me, e del fatto che dopo tanti anni mi avesse riportato i soldi.
Lo salutai, mi invitò a passare il Natale con lui e la sua famiglia, accettai: l’avremmo passato insieme.
Niccolò Serni – Classe 3D