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Riscaldamento globale e riserve di mercurio nell’Artico: una bomba ad orologeria

Gli scienziati sono molto preoccupati di un’enorme riserva di mercurio che si trova sotto il permafrost nell’Artico. Gli studiosi stimano che nel 2100 con il continuo aumento dei gas serra il 99% del permafrost si scioglierà, allora la riserva che contiene una quantita di mercurio pari a 50 vasche olimpioniche si disperderebbe nell’ambiente causando danni alla fauna e alla flora, perché il mercurio entrerebbe subito nell’ecosistema: ad esempio i pesci, mangiando il mercurio, una volta pescati e finiti sui piatti delle persone diventerebbero tossici e provocherebbero un ingente numero di morti, essendo il mercurio uno dei metalli più tossici esistenti. Ma non c’è solo l’Artico: esistono grandi riserve di mercurio quasi ovunque ci sia il permafrost, ad esempio in Alaska, che ne contiene cica 793 gigagrammi che sono l’equivalente di miliardi di grammi ovvero 57 milioni di litri di mercurio, oppure in Canada o in Russia che arriva a 1656 gigagrammi di mercurio. La situazione con i gas serra non sta migliorando, soprattutto ora che Trump ha dichiarato la sua intenzione di riaprire le centrali a carbone, che aumenteranno il fenomeno del riscaldamento globale. Secondo me è un problema molto grave: tutti gli stati dovrebbero prendere provvedimenti per evitare un disastro geologico oggi o addiritura domani, per mantenere l’incolumità di chi vivrà in futuro, per evitare l’estinzione di specie che potremmo evitare con una politica globale a difesa dell’ambiente.
Matteo Magli – Classe 2B