Favola del procione e del panda

C’era una volta in una fattoria abbandonata un procione che era sempre solo perché la gente aveva paura di lui per colpa di Scorf, un altro procione che aveva ucciso un sacco di animali e perciò la gente temeva i procioni.
Un giorno arrivò un nuovo animale alla fattoria (e in elicottero): era un… panda.
Tutti lo adoravano, gli portavano da mangiare, da bere, gli facevano vento e per ogni animale della fattoria ogni suo desiderio era un ordine. Perfino l’anatra Cocò, a cui il panda mangiava il bambù sembrava essere al suo comando. Ma un giorno, dopo il suo arrivo, il panda andò nel pollaio dove dormiva Cocò e, visto che all’anatra piaceva molto il bambù, il panda voleva cacciarla dalla fattoria; stava per portarla nella foresta quando, accorgendosi delle intenzioni del panda, il procione lo attaccò e lo fece scappare via salvando la vita a Cocò. Il giorno dopo il panda, che aveva un graffio sulla coda, accusò il procione di aver cercato di uccidere Cocò prendendosi il merito di averla salvata, poi ordinò al procione di andarsene. Per fortuna un vecchio pidocchio chiamato Verità aveva visto tutto e disse: – No! Non mandatelo via! Lui è innocente -.
E cominciò a raccontare come era andata la storia. Da quel giorno tutti venerarono il procione come l’eroe che aveva dimostrato di essere.
La morale della favola è che non bisogna lasciarsi convincere dalle apparenze: spesso non tutto è come sembra.
N.G. – Classe VD Villani