(Ultima?) Cena – Poesia

Uno sguardo
anni luce distante.
Il frullatore nella tua mano
mezzo immerso
nella ciotola dipinta di giallo.
Tra riflessi spezzati e ombre fuggiasche
vi scorgo un volto indolente alquanto: il tuo.
La forchetta che mi trema,
le gambe che ballano
del mio tavolo decrepito
di mogano.
La mia frangia che prende il volo
al fruscio dei platani furiosi
del vicinato spento e poi
i cioccolatini un po’ dismessi: di noi soli due.
La tua bocca con sufficienza socchiusa
sta per esprimere forse qualcosa.
Ma la candela si spegne
e il bicchiere di vino si è rovesciato.

È un boccone amaro
in questa cucina
rattrappita
da mandare giù
stasera
la nostra triste
dipartita.

Chiara Donati
Liceo Classico Galileo – Classe 5D