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Smartphone letale sulla strada: a Bologna è causa dell’81% delle vittime

Critici i dati sulla mortalità da incidenti. Sorbi: “La sensibilizzazione parta dai bambini.”

“C’è un nemico conosciuto: lo smartphone”, afferma Mauro Sorbi, il presidente dell’osservatorio dell’Emilia-Romagna per l’educazione alla sicurezza stradale. Sono i dati a parlare: nel 2016, l’81% degli incidenti stradali è da imputare alla distrazione dovuta all’utilizzo di smartphone, anche a causa, secondo Sorbi, delle sanzioni non abbastanza severe per un comportamento tanto rischioso. “Basti pensare che abbassare lo sguardo sul telefono per sette secondi ai 100 km/h equivale a percorrere duecento metri bendati.” Più adeguato, a detta del presidente, sarebbe il ritiro della patente se colti già la prima volta col telefono alla guida.

 

 

A due anni dalla scadenza del piano decennale dell’Unione Europea per dimezzare il numero di vittime della strada la situazione è critica, almeno per quanto riguarda Bologna. Preoccupano le cifre che nei primi cinque anni del progetto avevano positivamente sorpreso: infatti il dato del 2017, che conta 378 vittime, si avvicina pericolosamente a quello iniziale del 2010, in cui se n’erano contate 404.

I più interessati dalla problematica sono i cosiddetti utenti deboli – pedoni, ciclisti e anziani. Secondo le statistiche del 2018, su dieci morti otto sono pedoni coinvolti in incidenti durante un attraversamento. E il motivo, suggerisce Sorbi, è la scarsa illuminazione in prossimità delle strisce pedonali. “Non è necessario giungere alla soluzione eccessiva, attuata a Cambridge, che prevede strisce che si illuminano a guisa di semafori: basta un sistema che intensifichi l’illuminazione nel momento in cui rileva un attraversamento.”

Incoraggiante è, tuttavia, il comportamento alla guida dei neopatentati: una maggiore attenzione all’uso della cintura di sicurezza e una conoscenza più approfondita delle norme stradali, in continuo aggiornamento, fanno sì che i nuovi automobilisti si rivelino, nonostante la poca esperienza in strada, più prudenti di chi guida da un maggior numero di anni. “È da qualche tempo che non si corre più il rischio della famosa strage del sabato sera”, rassicura Sorbi, che pone però il problema dei cosiddetti over. I guidatori sopra i settant’anni, infatti, spesso non si trovano al passo con le novità del codice stradale, ed è per questo che sarebbe opportuno, secondo il presidente, migliorare le visite per il rinnovo della patente. “Non parlo per forza di una misura drastica quale il mancato rinnovo, che può avere, secondo alcuni studi universitari, effetti depressivi sulla persona: vi sono delle linee guida, dettate dalla UE, che basterebbe semplicemente seguire con più attenzione.”

Per quanto riguarda la conoscenza delle nuove norme, l’Osservatorio distribuisce opuscoli informativi. Questa è solo una delle numerose campagne di sensibilizzazione promosse dall’organismo, già attive e rivolte sia agli over sia ai più giovani.

“Ne partiranno altre, mirate al rispetto degli spazi riservati ai disabili, all’uso dei caschi e delle luci in bicicletta e ad una maggiore prudenza alla guida. Le nostre campagne partono sin dalle scuole elementari: per una strada più sicura, il futuro sono i bambini.”

 

Elisabetta Galetti

Francesco Reni

Sabrina Veronesi