Il Diario di Anna Frank…la recensione

Il libro “Anne Frank – Diario”, è, come scritto nel titolo, un diario, scritto da una ragazzina tredicenne ebrea di nome Anne Frank, vissuta tra il 1927 e il 1945, durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale. Anne è una delle più importanti testimoni del terribile evento che si ebbe durante quegli anni; il suo caso è molto particolare, poiché si narra la vicenda con gli occhi di una ragazzina, che si rende conto solo in piccola parte di ciò che sta succedendo e di ciò che le succederà.
Il libro è stato pubblicato molti anni dopo la morte dell’autrice dalla casa editrice “Einaudi” nel 1993, anche se la prima pubblicazione fu fatta nel 1986 dalla “Anne Frank-Fonds”.
I principali personaggi appartengono alla famiglia Frank: Otto Frank, detto Pim, padre di Anne, Edhit Frank, madre di Anne, e la sorella Margot. Nel 1942 furono costretti a rifugiarsi in un alloggio segreto nella città di Amsterdam, a causa delle leggi naziste fatte contro gli ebrei, con altre quattro persone ebree: la famiglia Van Daan, formata dai signori Van Daan e il loro figlio, Peeter; il signor Dussel, un dentista aggiuntosi al gruppo per ultimo. Non ho avuto modo di conoscere tutti i personaggi da un punto di vista esterno, ma solo da quello di Anne, che li giudicava secondo il suo rapporto con loro. Quelli che ho trovato più interessanti sono stati i signori Van Dan, con le loro liti divertenti e banali.
Lo stile del libro è semplice e facile da leggere, è raccontato da una ragazzina che parla della sua vita tra il 1942 e il 1944. Il diario è scritto come se Anne si rivolgesse ad una sua amica, che chiama Kitty.
Come detto, la vicenda si svolge ad Amsterdam durante gli anni della seconda Guerra Mondiale, quando i Paesi Bassi erano sotto l’occupazione nazista. Anne è costretta ad abbandonare la sua vita quotidiana, per rifugiarsi nei piani superiori di un magazzino gestito dai suoi “protettori”, che forniscono agli otto rifugiati cibo, acqua e diversi passatempi.
Il diario narra principalmente della vita quotidiana di Anne dopo il trasferimento “nell’Alloggio Segreto”: come vive, chi sono le persone che maggiormente frequenta, come sono i suoi rapporti con la sua famiglia, le varie occupazioni all’interno dell’Alloggio e le numerose questioni che nascono vivendo tutti in uno spazio piccolo per diversi mesi. Non parla, però, delle notizie riguardanti direttamente la guerra, che viene citata raramente.
Come già detto, le scene che più mi hanno interessato sono quelle che riguardano i litigi della famiglia Van Daan, perché, nonostante le condizioni di vita rischiose, litigano ugualmente per argomenti futili.
Il libro non dà un messaggio proprio, ma è la testimonianza di persone che hanno vissuto quegli anni in maniera difficile e pericolosa, nella paura e nell’attesa di una fine.
Ho trovato il diario in sé interessante solo fino al racconto dei primi mesi, quando avviene il trasloco e viene data una prima descrizione di come Anne ed i suoi familiari saranno costretti a vivere. Per il resto, a parte qualche tentativo di furto nell’appartamento o le notizie riguardanti la guerra, il resto del libro è stato poco interessante e alquanto ripetitivo, poiché si concentra troppo sulla figura di Anne, sui suoi problemi, i suoi cambiamenti e i suoi pensieri, che sono stati poco avvincenti. Inoltre, come già detto, la concezione degli avvenimenti riguardanti la guerra sono quasi ignoti ad Anne ed i suoi “compagni”, tant’è che nell’ultima pagina di Diario prima della deportazione, la ragazza parla ancora in generale di sé, non rendendosi conto di ciò che sta succedendo.
Penso sia più interessante ed avvincente la seconda parte del libro, dove si racconta come è avvenuta la deportazione e come sono morte le otto persone; credo che il vero messaggio del libro si deduca da queste pagine, dove sono scritte le atrocità e le pessime condizioni di vita a cui erano sottoposte le vittime di quel terribile evento. Secondo me, queste pagine andrebbero posizionate prima del diario, così che, chi non conosce la vicenda di Anne Frank, riceva il vero messaggio del libro: la testimonianza, per quanto limitata, di una ragazzina che ha vissuto quel periodo ed è morta. L’unico sopravvissuto tra gli otto è stato il padre di Anne, Otto Frank, che, da quando è stato liberato fino alla data della sua morte, si è impegnato affinché la testimonianza di sua figlia si diffondesse nel mondo.
Non consiglio il diario in sé a chi cerca notizie sulla guerra o su quel periodo, ma a chi vuole immedesimarsi nei panni di una ragazzina del 1942 che ha problemi e cambiamenti proprio come gli adolescenti di oggi.

Gianmarco Minei