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Recensione di “Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore”

Recensione di
“Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore

Il primo libro che ho letto è: “Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore” dell’autrice Susanna Casciani, nata a Firenze nel 1985, insegnante di scuola primaria. È un romanzo rosa scritto in prima persona sotto forma di diario. La prima edizione è del Marzo 2016, stampata da Mondadori. La protagonista è una ragazza di 27 anni di nome Anna insicura e spaventata da tutto e tutti. L’altro personaggio è il suo ex ragazzo Tommaso, di 28 anni, onesto e irrequieto. Ci sono anche altri personaggi secondari, come alcuni familiari e alcune amiche di Anna, che compaiono nella storia e l’aiutano a superare la sua delusione d’amore. Lo stile è scorrevole, informale, ma con una grande proprietà di linguaggio. Questo libro racconta la fine del rapporto tra Anna e Tommaso perché lui capisce di non amarla più. Lei, distrutta, si chiude in se stessa e le sue insicurezze e paure aumentano ogni giorno perché pensa che ormai nessuno l’amerà come aveva fatto lui. Le emozioni di una ragazza ferita e delusa dal suo più grande amore vengono tutte narrate all’interno di questo romanzo. Una cosa che ho notato è che spesso viene raccontata la sensazione dell’essere felice ma non volerlo, perché questo ti fa capire che stai iniziando a dimenticare quella che è stata la tua metà per un lungo tempo. Credo però che lasciarsi con una persona non possa avere il potere di levare completamente il sentimento della felicità. La mia scena preferita è stata quando lei ha finalmente capito di aver superato il trauma della separazione da Tommaso. Dopo tanto tempo l’ho vista serena e spensierata, lontana dal peso di quel dolore, di quella malinconia e di quella tristezza che l’avevano avvolta come un vortice negli ultimi mesi della sua vita. Secondo me l’autrice ci vuole far capire che è bello vivere l’amore, ma essere consapevoli che esso prima o poi possa finire, e non per questo evitarlo. Anna, infatti, lo ha vissuto, ha sofferto quando è finito, ma è sopravvissuta ed è riuscita a tornare a sorridere. Mi è piaciuto leggere questo libro dove ho trovato momenti belli e profondi che mi hanno molto emozionata, anche se certi sentimenti non ho potuto viverli fino in fondo perché sono troppo giovane per averli già provati. In conclusione, citando le parole del libro si potrebbe dire che “finisce tutto, finiscono anche le cose belle. L’importante è che ci siano state”.

Chiara Spilabotte 2H