Un giorno nel laboratorio…di chimica

Il laboratorio costituisce un’importante componente dell’attività didattica del liceo scientifico; il laboratorio è il luogo nel quale i ragazzi sotto la guida di un insegnante qualificato possono mettere in pratica le conoscenze acquisite. I ragazzi, quindi, iniziano ad applicare i concetti teorici visti finora sui libri attraverso dimostrazione pratiche.

Verrà di seguito riportato un esperimento condotto dalla classe terza sezione B del liceo scientifico L. Galvani di Milano.

In data 24 gennaio gli alunni, in uno dei 3 laboratori di chimica e biologia dell’istituto, hanno testato la reattività degli elementi del 1° e del 2° gruppo; la reattività è la capacità di una sostanza di interagire con altre sostanze dando luogo a una reazione chimica.

L’esperimento consiste nel porre 2 elementi del 1° gruppo, ovvero sodio -Na-  e separatamente potassio -K-,  e 2 elementi del 2° gruppo, magnesio -Mg- e in seguito calcio -Ca-, in H2O per poi osservarne il tempo di reazione, ovvero il tempo impiegato per rompere i legami tra i reagenti e creare nuovi legami così da originare i prodotti. Ognuno di questi quattro elementi è definito da un diverso valore di energia di prima ionizzazione, ossia il valore di energia che deve essere fornito all’atomo poiché acquisti o perda un elettrone divenendo cosi uno ione.

Ponendo il magnesio in H2O si origina idrossido di magnesio Mg(OH)2 e idrogeno H2. Il valore di energia di prima ionizzazione (E1) del magnesio è di 738 kJ/mol: consiste nel valore più alto tra i quattro elementi perciò la reazione avverrà più lentamente, necessitando di alto valore di energia per ionizzare esso può essere maneggiato con le mani; cosa che non può essere fatta coi metalli alcalini, o del primo gruppo.

Passando al calcio non si hanno grandi cambiamenti: origina idrossido di calcio Ca(OH)2 e idrogeno H2 e la velocità di reazione è pressoché la stessa del magnesio, avendo il calcio un’e. di prima ionizzazione di 580 kJ/mol. Esistono, inoltre, sostanze usate dai chimici al fine di determinare la basicità o l’acidità dei prodotti se aggiunte alla soluzione: gli indicatori. Un indicatore comunemente usato è la fenolftaleina, una sostanza che resta incolore in ambienti acidi/neutri, e fucsia in ambienti basici. Idrossido di magnesio e idrossido di calcio si sono presentati pertanto basici essendosi colorati.

Gli elementi del primo gruppo hanno un’e. di ionizzazione molto più bassa rispetto ai metalli ferrosi -o del secondo gruppo- basti pensare che il sodio reagisce appena con 496kJ/ mol e il potassio addirittura con 419 kJ/mol per tale ragione essi sono immersi in etere di petrolio così da evitare il contatto con l’O2; una volta estratti con delle piccole pinze, entrambi ossidano ovvero la superficie che normalmente sarebbe lucida a contatto con l’ossigeno diventa opaca originandone gli ossidi di sodio e potassio –Na2O e Mg2O-.

Esaminiamo ora il comportamento del sodio in H2O; esso sviluppa NaOH o idrossido di sodio, altamente corrosivo, più il solito idrogeno H2.

La reazione è avvenuta istantaneamente, una volta posto il metallo in  soluzione acquosa esso ha iniziato a vorticare sviluppando idrogeno nell’aria e un rumore di effervescenza accompagnato da una o due scintille. Dopo pochi secondi la reazione era terminata, attestato dal fucsia acceso della fenolftaleina.

La reazione del potassio è esattamente la stessa: sviluppo di una scintilla accompagnata da idrogeno e dalla colorazione dell’indicatore. Essa sviluppa idrossido di potassio KOH e H2.

 

È, quindi, possibile concludere che i metalli ferrosi avendo un alto valore di energia di prima ionizzazione impiegano più tempo per completare la reazione ed essa avviene senza sviluppo di scintille e quindi di calore; mentre i metalli alcalini avendo un basso valore di energia di prima ionizzazione reagiscono molto più velocemente con sviluppo di calore ma entrambi durante la reazione sviluppano idrogeno.

 

Di Alessandro Amodeo

 

 

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