ALESSANDRO GALLO: “Non esiste un camorrista buono”

 

Alessandro Gallo racconta la sua verità.

Tra i banchi del liceo “Quinto Orazio Flacco” di Portici, la mattinata del 19 luglio vede come protagonista lo scrittore, attore e regista Alessandro Gallo, grazie anche alla complicità dell agenzia di stampa “Dire” e della dirigente scolastica Iolanda Giovidelli. Spettatori di tale evento sono i giovani partecipanti della 1^ edizione della Summer School, provenienti da tutto il sud Italia.

” Da bambino quando stavo al parco giochi, puntualmente si sentiva una signora che urlava ” saglit e criatur” e nemmeno il tempo di arrivare sotto al palazzo che si scatenava il putiferio”

Alessandro Gallo rapisce da subito l’ attenzione del suo pubblico raccontando la sua storia, le sue esperienze, ma soprattutto le sue origini. Nato e resciuto in un quartiere periferico della città di Napoli, il Rione Traiano  definito da lui stesso “il posto per eccellenza dello spaccio, dei clan, del caos, del sangue”, comincia il suo racconto rappresentando una realtà dove “appartenere a qualcuno può salvarti la  vita”.Nel suo caso, a difenferlo dalla violenza di cui era quotidianamente circondato era l’ appartenere a sua cugina Nikita, ex detenuta, spiega la sua scelta di vita  e ne  parla come di un vero e proprio killer. Caratteristica principale di questa donna e varie volte messa in risalto, è la sua determinazione a restare fedele a certi vincoli e non seguire la scia dei suoi “amici” i quali hanno scelto di diventare “pentiti” collaborando con la legge. Racconta poi  di suo padre il quale era anch’egli coinvolto in vicende di questo tipo e delle vicende vissute con altri suoi compagni d’ infanzia. Il suo racconto si sofferma poi su “Susetta a masculona” e Arturo.

” Devo il riscatto del mio destino gia appartentemente segnato alla mia professoressa delle medie, la quale pur di insegnarci Shakespeare ci ha invogliati a praticare teatro e quello sarebbe stato il mio lavoro”

Alessandro ad oggi si è allontanato dal rione traiano e vive con sua moglie e i suoi bambini a Bologna, dove continua a raccontare la sua storia, racconta poi di essere stato in un carcere minorile dove ha in qualche modo ha provato ad aiutatare i giovani detenuti, ” è stata un esperienza straordinaria ma purtroppo in questi casi bisogna stare attenti a non investirci i sentimenti, perchè il destino di un detenuto è imprevedibile”. Egli ha scritto 3 romanzi e la trilogia dell amicizia.

” A Napoli si vive ogni giorno una vita diversa”

“Susetta si è innamorata di un barista il quale l’ha convinta a scappare con lui e quando è tornata al rione traiano con i suoi 2 bambini, il suo clan era disrtutto; Arturo è stato molti anni in carcere e ad oggi ha lasciato andare la camorra; altri invece sono rimasti nel clan”

Alessandro conclude il suo racconto rivolgendosi alla sua famiglia e alla camorra in generale dichiarando “Non vi odierò mai ma non chiedetemi di essere come voi”.

 

Di Anna Alario