Tecnologia, non possiamo più farne a meno.

Fin dal primo mattino le persone hanno a che fare con strumenti elettronici: televisori, smartphone, sveglie e molti altri. Fanno ormai parte di noi e non possiamo farne a meno.
Uno dei più grandi prodotti della tecnologia è stato lo smartphone, il cellulare.
Chiunque ne ha uno, a partire dai più piccoli per arrivare ai più anziani.
Si tratta solo di un’apparecchiatura elettronica, ma allora perché si ritiene sia alla base della degenerazione della società?

Le origini
Dalla seconda rivoluzione industriale, verso la fine dell’800, la tecnologia è stata introdotta all’interno delle industrie così da poter migliorare e facilitare la produzione delle merci.
Grazie alle nuove tecnologie verso la seconda metà del novecento col tempo si è arrivati alla nascita di Internet. Utilizzato inizialmente per scopi politici e militari hanno iniziato a farne uso anche tutti i cittadini del mondo urbanizzato. Gradualmente ha iniziato a modificare direttamente la vita degli individui e il loro stile di vita.
Nel 1973 Martin Cooper inventò il primo telefono. Per via del suo prezzo notevolmente elevato, era considerato uno status symbol delle classi più adagiate. Negli anni 90 del ventesimo secolo grazie alle nuove tecnologie e ai prezzi contenuti smise di esserlo
Nel 1997 nasce invece il primo social network ‘SixDegrees.com’ per permettere agli utenti di interagire tra di loro. Nel 2003 arriva Friendster, ma in seguito ad una serie di bug gli utenti decidono di spostarsi su MySpace. Nel 2004 Mark Zuckerberg dà vita a The Facebook e nel 2006 a Twitter.

La degenerazione
Nonostante i social network e i telefoni siano nati per permettere alle persone di interagire tra di loro in maniera molto più rapida, sono considerati il motivo principale per cui la società sta andando incontro ad una degenerazione.
Fosse per me non userei il telefono e i social, ma ormai per stare al passo con i tempi devo per forza farlo.” dice Mario, uomo di 50 anni.
Stanno solo rovinando la società, ma è impossibile non usarli poiché gira tutto intorno a loro” dichiara Andrea, ragazzo del liceo.
Le differenza di età sono notevoli, ma l’opinione è univoca.
Per lavoro, per divertimento, per passare il tempo o per comunicare le persone di qualsiasi fascia di età sono portati a farne uso.
Alla fine non conosco neanche la metà delle persone che ho tra gli amici su Facebook. Se ne ho così tanti è solo perché in questo modo vengo considerato di più. Più persone hai tra gli amici di Facebook e più vieni considerato.” dichiara ancora Andrea. Da queste parole si può capire come ormai per essere felici quello che conta non è avere dei veri e propri amici, ma solo avere molti “amici”.
Durante le serate i giovani non fanno altro che postare foto di quello che stanno facendo e di loro, i selfie, sui social. Questo accade anche durante le cene di famiglia, durante i viaggi o mentre si sta andando a fare una passeggiata. Tutto viene pubblicato sul proprio profilo e viene meno la privacy dei singoli.
Fabio anche ha detto la sua:”Il problema dei social si ha nel momento in cui si vengono a creare delle situazioni di dipendenza. Alcuni studi hanno dimostrato come i colori delle applicazioni, le icone il modo in cui può essere utilizzata un’app portino l’utente alla dipendenza.
Molto spesso ci si trova a dover fare una ricerca sul telefono e invece ci si collega a Facebook o a Instagram. Ci si trova a osservare la vita degli altri. Ma perché si condivide la propria vita sui social? Molti utenti sono dei veri e propri narcisisti che vanno fieri della propria vita e decidono di condividerla. Chi non ne va fiero osserva quella degli altri e si crea un circolo vizioso.” continua dicendo “Nonostante l’aspetto positivo, la nobile causa, di permettere agli utenti di interagire, attraverso i social c’è un’elevata dispersione di informazioni. Ognuno può esprimere la propria opinione su un qualsiasi fatto senza che venga richiesta. Questa libertà viene data anche a chi in realtà non ha nulla da dire. Non esiste più un controllo dei contenuti” Ci si è avvalsi del diritto di poter dire la propria, ma non sappiamo farne buon uso e arriviamo a un uso sconsiderato dei nostri diritti.
Agli anziani è stato dato il mezzo per poter dire quello che gli pare e l’hanno fatto, ma senza prendersi la responsabilità.” Quante volte al mattino aprendo la home di Facebook troviamo immagini con la scritta “Buongiornissimo caffè?” o post di persone anziane dove chiedono “come state?” o chiedono consigli su cosa cucinare durante la giornata.
I social network ti deresponsabilizzano. La libertà di espressione ci fa sentire appartenenti ad una società civilizzata. In verità viviamo in una società non civilizzata, perché la libertà non viene usata in maniera civile.” E’ il caso del cyberbullismo. I giovani pensano di poter commentare le foto e il profilo di una persona solo perché hanno il mezzo per farlo, la libertà.
Il vero problema di queste invenzioni non è la loro nascita, ma l’uso sconsiderato che se ne fa. Come è possibile evitare che le persone arrivino sempre a questo con qualsiasi strumento venga messo loro a disposizione?

Cristiana Punzo