RECENSIONE “SIPARIO, L’ULTIMA AVVENTURA DI POIROT”

RECENSIONE “SIPARIO, L’ULTIMA AVVENTURA DI POIROT
Il secondo libro che ho letto è il romanzo “Sipario, l’ultima avventura di Poirot” scritto dalla famosissima Agatha Christie, autrice inglese che, soprattutto nella prima metà del ‘900, ha scritto i suoi più famosi capolavori. Anche questo è ovviamente un giallo, scritto durante la Seconda Guerra Mondiale, ma pubblicato solo nel 1975, poco prima della sua morte, avvenuta nel 1976. In Italia è stato pubblicato dalla casa editrice Mondadori. Il protagonista è naturalmente il celebre investigatore belga Hercules Poirot , che in questa storia viene descritto vecchio, malato e sofferente, costretto su una sedia a rotelle, ma sempre molto lucido. Lo accompagna in questa avventura il suo fedele amico Arthur Hasting che proverà ad aiutarlo a risolvere il caso. Ci sono poi altri personaggi come Judith, la figlia di Hasting, Barbara Franklin e suo marito John, Sir William Boyd Carrington e tutti gli altri abitanti della pensione “Styles Court” nell’Essex in Inghilterra, in cui vive Poirot, che diventeranno a loro volta figure importanti dell’intricata vicenda. Lo stile in cui è scritto il romanzo è scorrevole, ma con un lessico ricercato; le descrizioni sono brevi e precise e ci fanno capire subito la personalità e l’aspetto fisico dei diversi personaggi grazie anche ai moltissimi dialoghi che la scrittrice utilizza. La storia racconta dell’ultimo caso di Poirot che, infatti alla fine muore, ma con un grande colpo di scena. L’investigatore chiama il suo amico Hasting a Styles Court, il luogo dove i due amici, 55 anni prima, si erano incontrati e dove Poirot aveva risolto il suo primo caso, perché essendo malato ha bisogno del suo aiuto. Gli presenta alcuni articoli di giornale che parlano di cinque omicidi che sono stati commessi da persone diverse spinte da un unico responsabile che non è mai stato preso. Poirot lo chiama “Mister X” e dice al suo amico che ora è ospite alla pensione e che presto colpirà ancora. Chiede perciò ad Hasting di investigare per lui. Da qui partono diverse vicende legate ai diversi personaggi fino a quando un’ospite, la signora Franklin, viene trovata morta avvelenata. La polizia archivia il caso come suicidio, ma l’investigatore non ci crede. Purtroppo , però, mentre i due continuano le loro indagini, Poirot viene trovato morto, la notte stessa dell’omicidio di un altro ospite, il signor Norton. Il mistero sembra rimanere irrisolto, ma quattro mesi dopo Hasting riceverà una lettera, scritta dal vecchio amico prima della sua morte, che gli darà la soluzione del caso. Non credo di avere una scena preferita in questo romanzo, ma sicuramente la lettera scritta da Poirot, con il suo colpo di scena finale, mi ha molto sorpresa, infatti mi ha lasciata senza parole e quasi non ci potevo credere che finisse così. Credo che l’autrice, con questo libro, abbia voluto chiudere la storia del suo Poirot in un modo insolito ed inaspettato mostrandoci anche il suo lato umano e fragile, così diverso dall’immagine di uomo sempre corretto che tutti i lettori si sono fatti di lui nel tempo. Devo dire che a me non è tanto piaciuta questa storia, l’ho trovata un po’ difficile da seguire. Mi sarei aspettata un Poirot brillante ed una storia di quelle che ti inchiodano alle pagine perché non vuoi smettere di leggere per sapere come va a finire ed invece ho trovato un romanzo un po’ noioso e triste. Forse avrei dovuto scegliere un altro libro di Agatha Christie e non avrei dovuto cominciare dall’ultimo episodio della vita di Poirot o forse, proprio perché racconta la morte del famoso investigatore, l’autrice è riuscita perfettamente nell’intento di lasciarmi, alla fine della lettura, un senso di malinconia.
Chiara Spilabotte 2/3H