Recensione “OBBLIGO O VERITA’?”

Il libro “Obbligo o verità?” è stato scritto da Annika Thor autrice svedese di numerosi romanzi per ragazzi ed è stato pubblicato dalla casa editrice Feltrinelli (2007, 2009 e 2018)).
Il racconto è un romanzo realistico ambientato ai nostri giorni e narra una storia molto bella fondata sull’amicizia tradita e le cattive compagnie ma soprattutto sul bullismo.
Le protagoniste principali sono tre ragazze di dodici anni: Sabina, Nora e Karin. Il testo è narrato in prima persona proprio da Nora che descrive nei particolari le proprie emozioni e i propri drammi tipici del periodo adolescenziale.
Sabina e Nora sono amiche fin dall’infanzia e sono molto legate tra loro. Sabina però torna dalle vacanze estive cambiata: è fredda e superficiale. Decide di entrare nel gruppo dei ragazzi popolari e abbandona completamente Nora stringendo amicizia con Fanny con la quale trasgredisce le regole per dimostrare di essere entrata nel mondo dei grandi.
Fanny trascina Sabina sulla cattiva strada e, nello stesso tempo, illude Nora facendole credere che può anch’ella entrare nel gruppo ma solo sottostando ai suoi ordini. Nora delusa accetta l’amicizia sincera di Karin, una compagna di classe un po’ goffa e considerata “sfigata”, tuttavia pensa sempre a Sabina e ai suoi nuovi compagni e fa di tutto per essere accettata dal gruppo dei “popolari”.
Nora vuole provocare la lite tra Sabina e Fanny: mette l’Mp3 di Sabina sotto il banco di Fanny in modo da far pensare che quest’ultima l’abbia rubato.
Nora è in piena crisi ma non riesce a trovare aiuto e attenzioni neanche in famiglia perché la mamma è troppo presa dalla fine del rapporto con il suo compagno per accorgersi dei disagi della figlia.
Il fulcro della storia è la festa organizzata da Fanny a casa sua. Questi invita Karin con lo scopo di umiliarla, convinta che sia stata lei a rubare l’Mp3 di Sabina. Nora pur essendo consapevole dell’intento di Fanny, non solo non le svela la verità sull’MP3, ma convince Karin a recarsi alla festa dove sarà vittima di tutta una serie di scherzi che culmineranno in un episodio gravissimo.
Fanny propone di giocare a obbligo o verità. Giunge il turno di Karin che sceglie obbligo e Fanny le dice che deve mostrare il seno; sa che Karin è sempre stata derisa per il suo grande seno. All’inizio lei si rifiuta, ma poi viene spinta a slacciarsi la camicia con la promessa che ciò sarebbe avvenuto a luci spente. Ma Sabina all’improvviso accende la luce dietro un lungo applauso dei maschi e le violente accuse di Sabina e Fanny di aver rubato l’Mp3.
Karin scappa dalla festa sotto la pioggia. Nora, addolorata per l’accaduto, la insegue per consolarla ma non riesce a raggiungerla.
Il lunedì successivo alla festa, il banco di Karin è vuoto, arriva la madre che, annunciando che Karin cambierà scuola, porta via le sue cose.
Nora è profondamente dispiaciuta, si sente responsabile per non aver fatto nulla per impedire quanto accaduto, ma ormai è troppo tardi.
Il libro ha un finale aperto: Nora vuole parlare e chiarire con Karin, bussa alla porta dì ingresso della sua casa e da dietro si sente qualcuno che viene ad aprire.
Il testo è scritto con un linguaggio scorrevole e semplice e alla fine di ogni capitolo ci sono le riflessioni della narratrice. E’ molto istruttivo ed è stato inserito nella Guida nazionale contro il bullismo 2018.
Il libro tratta un tema estremamente attuale evidenziando che il bullismo non riguarda solo i maschi ma anche le femmine e che non è solo violenza fisica, ma anche violenza psicologica, talvolta ancora più dannosa.
La storia mi è piaciuta molto perché descrive in modo coinvolgente la vita, le emozioni, le paure e le difficoltà delle ragazze della mia età, mi sono immedesimata nelle protagoniste. C’è tutto quello che riguarda noi adolescenti: l’amicizia, l’appartenenza al gruppo ma soprattutto la paura di non sentirsi accettati e di essere escluse. E poi l’aspetto fisico che per noi è importante anche se non dovrebbe esserlo.
Devo confessare che anch’io talvolta mi sento confusa come Nora perché sto crescendo e mi trovo ad affrontare situazioni nuove con una serie di emozioni che esplodono dentro di me. Però fortunatamente io ho dei genitori presenti che mi ascoltano e mi comprendono. Mi auguro di fare sempre la scelta giusta e di comportarmi bene anche se spesso è difficile.
Spero di avere nella vita amiche pure e leali come Karin e di non tradirle ma soprattutto di “riuscire a capire chi sono i veri amici”, quelli che vogliono il tuo bene e non ti abbandonano mai. Nora, ricordando quanto accaduto, pensa che Karin, quando ha accetto di partecipare alla festa, fosse consapevole che sarebbe stata vittima di angherie ma che si sia sacrificata per compiacere la sua unica amica.
In tutto il racconto si avverte l’angoscia della narratrice che, ripercorrendo minuziosamente tutti gli eventi, si accusa di aver sempre assecondato Fanny e Sabina e di non aver protetto Karin. “Non capisco perché non ho detto di no quando Fanny e Sabina hanno invitato me e Karin alla festa…….. Non mi perdonerà mai”.
Io penso che assistere ad un episodio di bullismo senza intervenire in difesa della vittima significhi essere egualmente responsabili. Non ci si può nascondere dietro al falso alibi di non aver partecipato.
Mi hanno colpito le considerazioni di Nora quando afferma che bisogna “avere il coraggio di dire:”Alt!” quando succedono cose che non dovrebbero succedere. Fregarsene di quello che pensano gli altri. ……”.
Ritengo che noi ragazzi dovremmo essere più autonomi rispetto al “gruppo”, ciascuno di noi dovrebbe mostrare la propria personalità e difendere le proprie idee anche se talvolta sono contrarie a quelle della “massa”.
Sono convinta che un atto di prevaricazione e violenza fatto dal “branco” nei confronti di un ragazzo sia gravissimo perché lascia delle ferite che non si rimarginano più. La vittima vive una grandissima sofferenza che porterà sempre con sé.
Nella storia Karin decide di cambiare scuola per la vergogna. Infatti, spesso i giovani che subiscono atti di bullismo si vergognano o addirittura si sentono colpevoli; per questo fanno fatica a raccontare tutto ai genitori o ai professori e si isolano. Invece penso che sia importante denunciare l’accaduto agli adulti che possono intervenire e aiutare.
Fino ad oggi non sono stata vittima di episodi di bullismo ma se dovessero capitarmi non so come reagirei.
Federica Venanzi 3H