Intervista: Alternanza scuola-lavoro

Per entrare nel discorso dell’alternanza in modo più pratico e schiarire le idee intervisteremo ora Gaia, una ragazza del liceo delle Scienze Umane:

Intervistatore : Gaia raccontaci qualcosa di te prima di iniziare.

Intervistato: Mi chiamo Gaia, studio al Benedetto da Norcia e ho scelto questo indirizzo perché mi attraevano molto gli studi di psicologia e sociologia. Frequento il quarto anno, sono molto studiosa e tento sempre di svolgere i miei compiti con impegno e dedizione.

Intervistatore: Cosa pensi dell’alternanza Buona-Scuola?

Intervistato: Io penso che l’alternanza sia un progetto utile per la nostra                          formazione, noi ragazzi rappresentiamo il futuro della società ed                    è  giusto quindi essere preparati per cercare di migliorare le                               condizioni del nostro paese. Ciò che non condivido è la modalità in                       cui tutto questo si svolge. Ho sentito infatti l’opinione di ragazzi                      poco più grandi di me e ho avuto anche esperienze dirette, posso                       quindi dire, che nella pratica per me  la programmazione del                               progetto è ancora poco efficiente.

Intervistatore: Puoi raccontarci un’esperienza significativa della tua                                    formazione?

Intervistato: Recentemente ho trascorso una settimana all’interno di una scuola                dell’infanzia a via Anagni (Centocelle). Qui ho assistito alle lezioni                  di una IV elementare, affiancando le maestre. Ho quindi                             osservato come si svolge una spiegazione, senza mai essere                            coinvolta direttamente.

Intervistatore: Quali sono state le impressioni riguardo alla classe?

Intervistato: I bambini erano un po’ vivaci, molto diversi tra loro e spesso si                      scontravano. Dimostravano curiosità per tutto ciò che non                              conoscevano e spesso davano anche risposte sorprendenti per                        soggetti della loro età.

Intervistatore: In che modo ti ha formato quest’esperienza ?

Intervistato: Sicuramente l’osservazione è già uno strumento molto importante                 per accrescere le proprie potenzialità e ho appreso il significato                    generale del metodo d’insegnamento. Infine ho potuto collegare                meglio l’esperienza pratica con l’ultimo argomento, che abbiamo             studiato in psicologia, ovvero l’identità, proprio associandolo ad un               periodo molto importante per la crescita dei bambini.

Intervistatore: Puoi associare questa esperienza  ad un’emozione in particolare?

Intervistato:  E’ molto difficile definire la mia esperienza attraverso un’unica                    parola, sicuramente ho provato allegria, per una settimana sono                       state in contatto con 30 bambini e per questo mi ha fatto                        ricordare della mia infanzia. Inoltre l’edificio era molto                          accogliente, all’interno di ogni aula c’erano vari disegni e il tempo                sembrava scorrere molto velocemente, quasi da dimenticare per                 qualche istante le mie preoccupazioni. Ne ho avuto la possibilità                specialmente a carnevale, giocando con molti bambini mascherati.

Intervistatore: Ti sei confrontata con altri compagni della tua classe?

Intervistato:  Alcuni miei compagni hanno vissuto un’esperienza simile alla mia,                   ma in altri casi anche peggiori. Una mia amica infatti si è trovata                     in difficoltà perché i bambini della sua classe erano molto violenti                       e spesso maleducati con i maestri, perciò mi ritengo molto                         fortunata in confronto.

Intervistatore: Quale consiglio vorresti dare ai giovani, che devono iniziare                          questo percorso?

          Intervistato:    Gli consiglierei di sfruttare al meglio  questa possibilità,                                        cercando di essere più     consapevoli e richiedere più                                            partecipazione da parte delle varie aziende, che li ospitano.                                                   In questo modo potranno gettare le basi per un futuro migliore.

                 Intervistatore: In che modo il progetto di alternanza potrebbe essere più                                    efficiente secondo te?

         Intervistato:  A mio parere si dovrebbe optare per un taglio radicale, che aiuti                          a migliorare la formazione che le aziende offrono agli studenti,                             considerando il loro indirizzo di studi. I ragazzi dovrebbero                                     essere messi nelle condizioni di   comprendere il funzionamento                       dell’ente o dell’azienda che li ospita  per essere  più consapevoli                           del funzionamento di questa nel mondo del lavoro. L’alternanza                        non deve quindi trasformarsi in una sorta di sfruttamento di                                   dello studente, a volte abbandonato senza nessun affiancamento                            alle mansioni più semplici e improduttive ma un valido strumento                         utile a creare una nuova prospettiva di sviluppo. All’interno delle                           varie aziende si dovrebbe creare quindi un settore qualificato per                         l’accoglienza l’affiancamento e la formazione dei ragazzi volta                        all’incremento della  conoscenza e alla creatività . Inoltre si                                       dovrebbero illustrare esempi tangibili di una determinata                                   professione, che sia coerente con l’indirizzo di studi scelto dagli                        studenti per garantire maggiore partecipazione ed interesse.

 

Gaia Coppola