Intolleranza in Italia

Emergenza “intolleranza in Italia”

Come gestire la propria rabbia nei confronti della popolazione Rom.

In un paese attualmente sommerso da discorsi elettorali e speculazioni a proposito dell’emergenza migranti, risulta doveroso occuparsi di un argomento che rischia di raggiungere anch’esso le sembianze di “emergenza”  e sul quale l’85% degli italiani sembra concordare, ma si sà; un pensiero della maggioranza non è inevitabilmente un pensiero esatto.

Si sente sempre più spesso in Italia l’ostilità verso i Rom e aleggia nell’aria l’aspettativa di ufficializzare l’emergenza zingari. “Rubano” , “sono dei parassiti” , “tornassero al loro paese”, sono le risposte più frequenti a proposito di questa popolazione. Difatti, ci troviamo al primo posto in Europa in termini di antiziganismo.

Lo scopo di questo articolo non è quello di smentire l’opinione pubblica, ma di incoraggiare a riflettere sugli stereotipi che noi gagè (i non ROM) portiamo avanti tramite speculazioni infondate e imparare a trovare una soluzione ben meditata davanti a quello che sembra un fardello per l’Italia.

Basterebbe fare un salto indietro nella storia per sapere che i Rom sono presenti in Italia da ormai seicento anni e che le persecuzioni che li hanno coinvolti, come la Porajmos (l’equivalente della Shoa ebraica avvenuta durante la seconda guerra mondiale), non sono cosa da poco.

Passando attraverso un breve excursus statistico è possibile constatare che la popolazione Rom attualmente presente in Italia non va oltre lo 0,25% della popolazione, ovvero un numero identificabile tra i 120mila ed i 150mila abitanti. Alla metà di questa popolazione è riconosciuta la cittadinanza italiana. Solo il 3% di loro è nomade.

“I Rom e i sinti che rubano lo fanno in quanto ladri e non in quanto rom e sinti. Alcuni zingari rubano come alcuni siciliani sono mafiosi. Il problema è che sui giornali vanno solo quelli che delinquono” da Il Fatto Quotidiano.  Ciò sta a dimostrare quanto l’attività della delinquenza non sia radicata o connessa in qualche modo alla cultura romanì.

Non tutti i Rom si trovano in condizioni di voler rimanere nei campi, ma la maggior parte di loro si adopera per cercare un casa popolare ed un lavoro con il quale si possa permettere di fare un minimo di spesa. La povertà ovviamente porta alla deliquenza in casi estremi, e noi italiani ne sappiamo qualcosa.

Si ritiene spesso che il ricevere una casa popolare dal comune sia un privilegio di cui noi veniamo privati;  ma un gagè che viene fornito di una casa popolare è in qualche modo più meritevole di un Rom?

Si potrebbe comparare il fenomeno dei Rom ladri al fenomeno dei Rom che passano le loro giornate a rovistare nell’immondizia che di certo in Italia non manca. Questo è forse un privilegio?

 L’odio a volte scaturisce anche a causa della loro tendenza a puzzare o a risultare sgarbati. Si può dire che una buona fetta dei Rom usa utilizzare indumenti che a noi appaiono non consoni e atteggiamenti inadeguati, ma quanti gagè adottano lo stesso comportamento? Ma soprattutto, quanti Rom non adottano queste “usanze”?

Difatti la presunta “emergenza nomadi” è stata dichiarata illegittima a causa della mancanza di un effettivo pericolo per l’ordine e per la sicurezza pubblica.

Posso affermare da parte mia di aver vissuto esperienze positive o completamente neutre nei confronti di questa popolazione. Ho assistito ad un battesimo Rom, tutto pagato di loro pugno, nessun soldo sporco. Niente di lusso, un ristorante molto rustico e tanta allegria. Tutti vestiti a festa, con abiti del mercato che noi rifuteremmo al primo sguardo per un’occasione del genere. Solo i cinque bambini festeggiati erano vestiti davvero graziosamente, come vestirebbe un bambino dei nostri ad ogni evento importante.

Bambini educati, molto più di quanto non possano esserlo i bambini gagè; dicono “grazie” “perfavore” e con me cercano di essere il più carini possibile. La più grande di loro mi chiede se ho un figlio ed un marito. Io le rispondo di no, che studio ancora. Lei ride e mi dice che ormai sono vecchia e che dovrei cercarmi un uomo. Questo mi ha spinto a pensare che l’unica differenza fra noi gagè ed i Rom sono le usanze, l’arretratezza delle loro tradizioni (che a dirla tutta sono molto simili ai nostri antichi usi). Potremmo paragonare i Rom in Italia agli Amish in America, l’unica differenza è che in questo paese si trovano nelle condizioni di dover “infastidire” il resto della popolazione.

 

Nina Lambarelli