LE ARMI CI DIFENDONO O CI UCCIDONO?

il confine tra ciò che è giusto sbagliato è flebile, permeabile. Quando è giusto, cercare di porre rimedio alla violenza, con altra violenza? [..] Si può, mettere in mano un’arma ad un bambino? O ad un malato di mente? ”

 ”Homo homini lupus” (l’uomo è lupo per l’altro uomo), espressione latina, secondo cui vi sarebbe nell’uomo l’istinto di sopraffare il proprio simile, come il lupo che, per sopravvivere, sbrana il più debole. Secondo questa antica espressione latina, l’uomo sarebbe per natura spinto a sopraffare e distruggere i suoi simili: nell’indole umana la violenza è radicata. Tale affermazione fa riflettere perchè per quanto l’uomo cambi nel corso dell’epoche, per quanto possa essersi ”evoluto”, egli è sempre lo stesso.

La violenza non cambia nel corso della storia, è la perenne protagonista delle gesta umane. Gli atti brutali, aggressivi, volti a danneggiare il prossimo senza una vera e propria causa, sono all’ordine del giorno, della quotidianità;  La violenza, si manifesta in diverse forme, insediandosi in ogni aspetto del mondo, in ogni sua più piccola sfaccettatura.

 Molti individui cercano allora degli strumenti di difesa, qualcosa in grado di proteggere e dare sicurezza, di rendere capaci di reagire al momento del bisogno. Tali mezzi, sono spesso identificabili con armi: il confine tra ciò che è giusto sbagliato diventa flebile, permeabile. Quando è giusto  cercare di porre rimedio alla violenza, con altra violenza? Cercare di garantire la propria incolumità con armi letali, in grado di uccidere? Si può pensare di fermare una scena di guerra con bombe, fucili, fumi tossici? Si può, mettere in mano un’arma ad un bambino? O ad un malato di mente?

Le opinioni circa l’armarsi o meno dividono la società : vi è chi ritiene che sia una salvaguardia personale e chi invece, un pericolo sociale.  Tralasciando le ”armi di distruzione di massa”  possedute al 90 per cento da Usa e Russia, vi sono le cosiddette ”armi chimiche” in grado di intossicare, avvelenare letalmente gran parti di popolazione, spesso civile.  Oltre alle armi da guerra, allarmante è anche la quantità di ”armi di piccolo calibro”, le ”Small Arms Survey”  nelle mani di circa 850 mila civili. In alcuni Paesi il commercio di armi influenza l’economia mondiale  con spese militari da cifre esorbitanti.

Guardando le statistiche mondiali sul possesso di armi,  i dati sono indicativi del pensiero di un’intera nazione. Negli Stati Uniti, una delle nazione che prevede l’armamento del civile nella sua stessa costituzione (Bill of Rights, ”Right to keep and bear arms) , si calcola che circolino mediamente tra i 270 milioni e 310 milioni di armi da fuoco, ovvero il 42 per cento di quelle che attualmente esistono in tutto il mondo. Ogni 100 abitanti ci sono, approssimativamente 101 pistole e fucili negli Usa. Il dibattito in america, circa il traffico di armi, si accende continuamente:  in episodi come quello della strage avvenuta in Florida al liceo di Parkland, dove un ex-studente, con palesi disturbi mentali ha messo fine all’esistenza di 17 persone, alunni e studenti, le domande cominciano a sorgere, le critiche ad essere infuocate.

Nikolas Cruz, ragazzo appena diciannovenne al momento della strage, ex-studente del liceo in cui ha commesso gli omicidi, risultava avere problemi psichici; era sottoposto a vere e proprie cure psichiatriche. Il fucile acquistato da Nikolas Cruz, tuttavia, era stato acquistato legalmente, il fucile Ar-15 è stato regolarmente comprato, senza violare una singola legge.  Il presidente Trump, dopo il tragico evento, nel discorso fatto alle famiglie delle vittime, tuttavia, egli  tace sulle questione delle armi, sulla loro colpa in questo dramma.

Al centro del dibattito c’è uno dei primi cambiamenti apportati al sistema di controllo dell armi fatto da Trump, appena insediatosi  alla Casa Bianca. Barack Obama nel 2016, aveva inaugurato una normativa riguardante un maggiore controllo del Porto d’armi, aumentando il numero d’agenti di controllo, incrementando i fondi  per i controlli sulla salute mentale degli acquirenti (500 milioni di dollari ) e fissando delle verifiche obbligatorie preventive su precedenti penali e sanità psico-fisica di chi acquisterà armi e dei venditori. Non passò molto tempo che, con la nuova presidenza Trump, il provvedimento di Obama circa un maggior controllo del possesso armi, venisse abrogato.

«The House voted Thursday to cancel an Obama administration rule that would have had Social Security add names from its files to the list of people prohibited from buying guns in the national background check system» (2017-02-03): questo atto, promosso dal presidente Trump, approvato dal congresso ha consentito ad individui mentalmente disturbati come Nikolas Cruz, di acquistare normalmente e senza alcuna problematiche armi di qualsiasi tipo.

Tali eventi, fanno porre domande: tutto ciò, si sarebbe potuto evitare? Quante vite si sarebbero potute salvare, se ci fossero stati maggiori controlli? Come è possibile che nel ventunesimo secolo, vi siano ancora persone in grado di entrare, indisturbate, in una scuola a sparare ad innocenti? Come è possibile che la legge, abbia dato inavvertitamente il suo consenso, dandogli l’arma? Una arma che, per quanto sia in grado di salvarci in situazione critiche, nella sua controparte è in grado di toglierci la vita. Ne vale davvero la pena?

Rebecca Di Matteo