1938-2018: ancora il razzismo?

Ottant’anni anni dopo le terribili le leggi razziali

Lunedì 10 Ottobre – A Campomorone presso l’auditorium della scuola secondaria di primo grado             Alice Noli, le classi terze dell’istituto hanno assistito ad una lezione del Professor Paolo Battifora, presidente dell’Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea, sulle leggi razziali del 1938 e le teorie razziste otto-novecentesche. È stato un incontro molto interessante per comprendere i terribili fatti storici del secolo scorso, ma anche per interrogarsi su sconcertanti episodi di oggi.

Non solo il 1938 – Anche se la lezione era principalmente incentrata sulle leggi   razziali del 1938, il professore ha ripercorso le tappe del pregiudizio antiebraico (le calunniose accuse di omicidio rituale     ad esempio, quelle di propagare le epidemie, quelle di una congiura ebraica mondiale) e delle persecuzioni subite dagli ebrei (dalle stragi ad opera dei crociati alla famosa espulsione degli ebrei dalla Spagna nel 1492, pochi mesi prima della scoperta dell’America, ai pogrom nell’Europa orientale).

Trieste, 18 Settembre 1938 – Nel 1937 furono emanate le leggi razziali nelle colonie (Leggi per la tutela della razza nelle Colonie), con cui il regime si dimostrava incline alla discriminazione razziale, ma è l’anno dopo, nel 1938 che si ufficializzò un vero e proprio “odio razziale” nei confronti degli ebrei con il “Manifesto della Razza“, pubblicato a luglio sul Giornale d’ Italia, le leggi razziali antiebraiche a partire da settembre e il Regio Decreto 1728 «per la purezza della razza italiana» emanato a novembre. Le leggi antiebraiche furono annunciate agli italiani il 18 settembre a Trieste, in Piazza dell’Unità, dal duce Benito Mussolini in persona, che le giustificò con motivi assurdi. Un particolare un po’ misterioso è che di 18 minuti del filmato di questo discorso (proprio il passo contro gli ebrei) non rimaneva      più traccia all’Istituto Luce e sono stati ritrovati solo nel 2015 nell’Archivio Nazionale Cinematografico (una specie di “autocensura” da parte del regime?). Le conseguenze di queste leggi furono drammatiche: gli ebrei vennero relegati ai margini della società, discriminati da chi sosteneva il regime. È vero che non mancarono coloro che trovarono il modo di aggirare   queste leggi odiose, ma ci furono anche gli opportunisti pronti ad approfittare delle disgrazie altrui.

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Dopo l’8 settembre 1943 cominciano le deportazioni – Se nel 1938 gli Ebrei erano stati relegati ai         margini della società e privati di ogni diritto, dopo l’8 settembre del ‘43, quando l’Italia firmò l’armistizio con gli Anglo-Americani, i tedeschi si trasformarono da nostri alleati in truppe di occupazione e anche sugli ebrei italiani si stese l’ombra sinistra della “Soluzione Finale“, ovvero la deportazione e lo sterminio che annientò 2/3 degli ebrei d’Europa. Fra  i sopravvissuti  ricordiamo Primo Levi, autore  del libro “Se questo è un uomo” e “La Tregua”,        Liana Millu, per anni maestra nella vicina Langasco, più volte invitata a parlare in questa scuola, autrice di “Il fumo di Birkenau”,  e Liliana Segre, deportata a soli 13 anni assieme al padre, che non ha mai più fatto ritorno, autrice di “Fino a quando la mia stella brillerà” e coautrice di “La Memoria rende liberi”, scritto  insieme al giornalista Enrico Mentana, che ha curato un’interessante introduzione.

Il razzismo ai giorni nostri – Come tutti sappiamo nel 1945 la guerra si è conclusa con la vittoria degli Alleati e la liberazione dei pochi ebrei rimasti vivi nei campi di sterminio nazisti. Ma con questo non bisogna pensare che tutto sia finito, infatti è bene ricordare, che il razzismo esiste ancora, va rafforzandosi e comincia ad esprimersi in forme anche violente, che non comportano certamente lo sterminio o la deportazione dei diretti interessati, ma sono comunque odiose come del resto lo sono l’emarginazione sociale, l’esclusione, il pregiudizio cui tanti immigrati anche regolari sono condannati. Dunque la vera domanda da porsi è: È possibile che in Italia, diventata Repubblica nel ’46, dotata di una Costituzione moderna e democratica, firmataria della Dichiarazione dei diritti dell’uomo redatta dall’Onu, ci siano ancora questi problemi? Purtroppo sì, basta pensare agli immigrati, che molti italiani disprezzano o ai quali alcuni paesi europei hanno chiuso le frontiere o anche allo sfruttamento dei migranti ridotti a lavorare quasi in condizione di schiavitù.  Considerando le tante guerre in Africa, dimenticate o ignorate dai media, dalle quali i migranti fuggono, non vediamo qualche somiglianza tra loro e gli ebrei che fuggivano e non trovavano accoglienza   in altri Paesi? Negare ai rifugiati asilo non è dettato da quella istintiva paura del diverso che è terreno fertile su cui si radica il razzismo?

Vorremmo finire con due domande formulate nella lezione del Professor Battifora e offerte alla riflessione di ciascuno nel silenzio della propria coscienza.  La prima: Cosa si può fare oggi per contrastare il razzismo e tutelare i diritti di chi a casa propria se li vede negati e calpestati? E inoltre: Cosa avrei fatto io nel 1938 di fronte alle leggi razziali? E dopo, nel momento più buio della storia d’Europa, quello della deportazione e dello sterminio, che cosa avrei fatto?

Ognuno ha il dovere di chiederselo.

Alessandro Lesino e Valerio Morgante
cl. 3B