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Lotta alla violenza contro le donne: il contributo delle Consulte studentesche calabresi

In prossimità della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, si rinnova l’impegno delle Consulte studentesche della Calabria, coordinate da Franca Falduto, Responsabile per l’Ufficio Scolastico Regionale.

“Squadra che vince non si cambia” pertanto sarà riproposta la pièce teatrale interpretata da Alberto Micelotta che dal 2015 collabora nella stesura dei testi e nella loro rappresentazione con le Consulte studentesche. L’idea di offrire il proprio contributo alla giusta causa della lotta alla violenza contro le donne nacque a seguito del terribile omicidio di Fabiana Luzzi da parte del suo fidanzato sedicenne che la bruciò viva nelle campagne di Corigliano Calabro. Lo shock fu talmente grande la Consulta volle intervenire proponendo un incontro con la classe di Fabiana trasformatosi in un laboratorio interattivo da cui scaturì un’esperienza formativa straordinaria ed indimenticabile. Da lì l’idea di scrivere “Il veleno e la medicina”, ancor prima “Da uomo a uomo”, sviluppatosi come un progetto teatrale sul femminicidio promosso nelle Istituzioni scolastiche ed, in contesti diversi, anche in altre regioni d’Italia ed in città importanti come Roma, Milano, Firenze, Catania, Bari dove l’elevato numero degli studenti partecipanti e le realtà poco conosciute avrebbero potuto scoraggiare l’iniziativa che invece ha sempre raccolto consenso unanime. La scelta vincente è stata quella di studiare e sperimentare insieme ai ragazzi un codice di linguaggio che da semplici spettatori, li trasformasse in Soggetti fortemente partecipi. Durante le performance, realizzate attraverso un dialogo tra l’attore ed il pubblico, intimo e lancinante, ispirato ad una storia di cronaca reale, gli studenti hanno dato vita sempre a riflessioni e testimonianze che, condivise (realmente, non virtualmente) con tutti gli altri, sono diventate un bagaglio prezioso per se stessi, ma anche per la costruzione di un comune percorso formativo eccezionale. Il confronto, incentrato sul forte e introspettivo racconto postumo del presunto carnefice, vuole essere un concreto contributo alla crescita consapevole del rispetto per se stessi e per gli altri nonché uno stimolo finalizzato a definire una strategia responsabile per la prevenzione e il contrasto della violenza maschile contro le donne. L’obiettivo è ovviamente quello della prevenzione, ma anche dell’accendere una speranza in chi ha vissuto direttamente o indirettamente un’esperienza dolorosa. Un secondo livello di riflessione, porterebbe auspicabilmente a far riflettere sul fatto che qualsiasi situazione sfavorevole può essere cambiata in una situazione positiva e che, affrontando e superando eventi dolorosi, si cresce inevitabilmente come esseri umani.

La chiave di lettura positiva di tante tragedie, sempre più frequenti è imparare a reagire sempre di fronte alle sofferenze che la vita riserva facendo leva sul
proprio infinito potenziale e manifestando forza, saggezza e compassione: in un periodo storico in cui tutti questi valori sono sempre più in crisi e s’inneggia alla violenza come giusta reazione a quella ricevuta, il confronto su questi temi diventa ancora più importante per una sana e solida crescita interiore.