Crollo del Ponte Morandi: l’avverarsi di una profezia

Il Viadotto Polcevera, chiamato anche Ponte Morandi, venne costruito a Genova tra il 1963 e il 1967. L’opera fu progettata da Riccardo Morandi, un ingegnere, che utilizzò il calcestruzzo armato precompresso e il cemento armato ordinario per la costruzione. La lunghezza totale del ponte era 1182 m e l’altezza dei piloni circa 90 m. Alla fine dei lavori, il 4 settembre 1967, fu inaugurato dal presidente della Repubblica Giuseppe Saragat. Molti si chiedono com’è stato possibile costruire le abitazioni sotto al viadotto ma così non fu: la realizzazione delle case risale intorno agli anni 50/60, quindi precedentemente. L’ingegnere Morandi in un’intervista del 1977 dichiara: “È uno dei progetti dei quali sono più orgoglioso ma è stato anche uno dei più difficili e arditi, sarà necessario lavorare in modo scrupoloso per mantenere questo ponte in salute”[…]”L’atmosfera salina della città e il forte vento di scirocco carico di umidità e di salsedine proveniente dal mare che è distante meno di un chilometro in linea d’aria, devono essere considerati fattori di rischio. L’aria di mare rischia di attaccare la struttura portante in acciaio con aggressività: occorrerà dunque una manutenzione scrupolosa e attentissima”[…] “Qualsiasi ingegnere o architetto sogna che le sue opere gli sopravvivano se non che siano addirittura eterne. Ma dobbiamo tutti essere ben consapevoli che il nostro lavoro è al servizio dell’urbanistica e dei cittadini; lavorare per finire sui libri o schiavi dei record non è serio. Il mio ponte è un’ottima costruzione che con la giusta manutenzione si rivelerà utile e duratura ma la corrosione è di fatto un pericolo per qualsiasi opera costruita con qualunque materiale”. Tra la fine degli 80 e l’inizio degli anni 90, il ponte fu oggetto di manutenzione, ad esempio furono sostituiti i cavi di sospensione con cavi nuovi. Nel 2016 Brencich sosteneva che il ponte doveva essere attraversato con cautela dai mezzi pesanti utilizzando il centro della carreggiata per aumentare la portata del carico. Con profondo dispiacere, il 14 Agosto 2018 in una giornata piovosa, il Ponte Morandi alle ore 11:36 è crollato trascinandosi giù più di 200 kg di cemento e il pilone centrale mentre lo stavano percorrendo 35 macchine  e 3 camion. Le vittime della tragedia sono state 43 e 14 feriti, che in quel momento si stavano recando sul posto di lavoro o in vacanza. Le ricerche dei vigili del fuoco con i cani di salvataggio non si sono mai interrotte per cinque giorni.

Sono stati celebrati a Genova i funerali di Stato con la presenza del presidente della Repubblica, solo alcuni familiari li hanno accettati.

Alcuni testimoni sostengono di aver visto un fulmine colpire il ponte, ma le cause del crollo non sono ancora chiare.

Genova si trova in ginocchio e ci sono oltre 500 sfollati che non possono rientrare nelle loro abitazioni ubicate in prossimità del Ponte Morandi in Via Porro e in via Fillak. Danilo Toninelli, ministro dei trasporti, con l’accordo di Luigi di Maio e del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, inizialmente hanno annunciato il ritiro della concessione alla società Autostrade per l’Italia. Successivamente però è stato deciso che una commissione indagherà per accertare le responsabilità dell’accaduto. Attualmente la città ha subito un forte disagio per quanto riguarda il traffico.

Renzo Piano, famoso architetto genovese, offre alla città il progetto del nuovo ponte con l’idea di costruire 43 pali illuminati in ricordo di tutte le vittime; sarà una struttura in acciaio a 4 corsie e i tempi di realizzazione dovrebbero essere di circa un anno e mezzo.

Damico Margherita, Turco Alessia
Cl. 2A, Scuola media Serra