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Come comunica un’azienda. Intervista ad Alessandra Ramagli

La nostra scuola ha organizzato un laboratorio sul giornalismo con l’agenzia DIRE. Incuriosite dal mondo dell’informazione abbiamo deciso di incontrare Alessandra Ramagli, responsabile della comunicazione e capo ufficio stampa di AMT (Azienda Mobilità e Trasporti), l’azienda che gestisce il trasporto pubblico della città di Genova, per farci raccontare come comunica un’azienda e come lavorano i giornalisti in un ufficio stampa.

Ci parli un po’ del suo lavoro? Che cosa fa l’ufficio stampa di AMT?

“L’ufficio stampa di AMT gestisce tutta la comunicazione dell’azienda e ovviamente le relazioni con i giornalisti. Immaginate che AMT sia come un grande corpo composto da tante parti che lavorano tutte insieme: l’ufficio stampa è la voce con cui l’azienda parla a tutti. Con me lavorano due persone e tutte insieme ci occupiamo di comunicazione integrata, una parola difficile che vuol dire che ci occupiamo sia di comunicazione esterna che di comunicazione interna. Per svolgere al meglio il nostro lavoro dobbiamo conoscere molto bene la nostra società, sapere sempre cosa fanno i colleghi, capire se ci sono delle notizie che stanno uscendo da progetti o attività nuove e diffonderle. Dobbiamo saper raccontare l’azienda non solo per il servizio che fa tutti i giorni ma anche per valorizzare il ruolo che svolge a Genova, un servizio essenziale per la città. Abbiamo tanti strumenti per farlo: gestiamo il sito internet aziendale, la nostra vetrina online, produciamo comunicati stampa per gli organi di informazione, organizziamo conferenze stampa e interviste, creiamo occasioni di relazione, partecipiamo a congressi e convegni. Presto sbarcheremo anche sui social con un canale Youtube e un profilo Instagram per farci conoscere sempre meglio anche dai più giovani, proprio come voi”.

Come si organizza una conferenza stampa?

“Una conferenza stampa si organizza quando l’azienda vuole convocare i giornalisti per dare notizia di un nuovo progetto, un’iniziativa o un nuovo servizio. L’ultima che abbiamo organizzato, per farvi un esempio, è stata quella di venerdì 16 novembre insieme all’Ospedale Galliera e al CIELI (il Centro Italiano di Eccellenza sulla Logistica, i Trasporti e le Infrastrutture dell’Università di Genova) per illustrare ai giornalisti il progetto SILVER BUS dedicato agli over 65. Nelle settimane precedenti ci siamo incontrati con l’ufficio stampa del Galliera e con l’Università per preparare il materiale da consegnare ai giornalisti. Abbiamo scritto un comunicato stampa per spiegare il progetto e un invito stampa che abbiamo mandato alle redazioni il giorno prima. Di solito, una volta incontrati i giornalisti si aspettano con ansia gli articoli che usciranno, perché il successo di una conferenza stampa si misura dall’evidenza che la notizia avrà avuto sui diversi organi di informazione: agenzie, TV, radio, giornali, web. Direi che in questo caso possiamo dirci soddisfatti”.

Organizza anche degli eventi?

“Si, certo. L’ultimo che abbiamo organizzato insieme ai colleghi della direzione personale di AMT è stato per il Salone Orientamenti. Abbiamo allestito uno stand con grandi fotografie per descrivere i nostri servizi, incontrare gli studenti e raccontargli le professioni di AMT, come l’autista, il manutentore e l’ingegnere dei trasporti. Gli eventi sono un’occasione importante per creare relazioni, conoscere persone e raccontare quello che facciamo”

Da quanti anni svolge questo lavoro?

“Da molti anni. Sono entrata in AMT il 2 novembre del 2000, una giornata molto particolare, ma che è stata di ottimo auspicio. Fin dall’inizio mi sono occupata di comunicazione e stampa”.

È un lavoro impegnativo?

“Molto, non si stacca mai. Il mio cellulare è sempre acceso, anche di notte. In vacanza il lavoro viene con me perché l’ufficio stampa è la punta avanzata di un sistema complesso, il punto di riferimento per i giornalisti che chiamano per avere notizie, chiedere interviste, verificare un fatto o una storia. Pensate che mi è capitato di rispondere alla telefonata di un collega giornalista mentre ero in montagna e salivo verso un rifugio a 2.000 metri; la cosa più difficile è stata tenere il fiato! È un lavoro impegnativo ma anche affascinante e coinvolgente, a me piace molto”.

Che studi ha fatto per diventare giornalista?

“Finita la scuola superiore ho scelto di frequentare la Facoltà di Scienze Politiche con indirizzo Internazionale. La tesi l’ho fatta in Storia del Giornalismo. Avevo già le idee molto chiare. Uno “scienziato politico” imprestato alla comunicazione. Dopo la laurea ho seguito diversi corsi di specializzazione specifici e ho scritto per un settimanale locale. Il percorso si è completato con l’esame di stato per diventare giornalista professionista”.

Come mai ha deciso di fare questo lavoro?

“Ho sempre avuto una grande passione per la scrittura e il giornalismo. Sono cresciuta a “pane e rotativa” perché mio papà era a capo della tipografia di un quotidiano cittadino e ho frequentato spesso questo mondo. Quando andavo a trovare mio papà non posso descrivervi la sensazione che provavo nel vedere nascere il giornale. La comunicazione non poteva che essere il mio destino”.

È stato molto interessante, grazie per averci dedicato un po’ del suo tempo.

Caterina Aicardi e Ginevra Martire
I.C. Oregina Plesso Serra – Classe 2A