L’APPROFONDIMENTO: I CENTRI DI ACCOGLIENZA

I cittadini stranieri entrati in modo irregolare in Italia sono accolti nei centri per l’immigrazione dove ricevono assistenza, vengono identificati e trattenuti in vista dell’espulsione oppure, nel caso di richiedenti protezione internazionale, per le procedure di accertamento dei relativi requisiti.
I centri, gestiti dalla Direzione centrale dei servizi civili per l’immigrazione e dell’asilo del Ministero dell’Interno, sono di quattro tipologie: Centri di primo soccorso e accoglienza (CPSA), Centri di accoglienza (CDA), Centri di accoglienza per richiedenti asilo (CARA), Centri di identificazione ed espulsione (CIE).
I CPSA accolgono gli stranieri al loro arrivo nel paese, ricevendo assistenza medica. Sul luogo si procede alla prima identificazione e gli ospiti possono chiedere la protezione internazionale. In base alle loro condizioni sono destinati verso un’altra tipologia di struttura.
I CDA offrono ospitalità allo straniero che arriva in Italia in attesa di essere identificato, affinché si accerti la possibilità della sua permanenza.
I CARA sono i Centri di accoglienza per richiedenti asilo dove vengono avviate le procedure per l’asilo.
I CIE sono istituiti per evitare la dispersione sul territorio di chi è in via di espulsione e consentire l’esecuzione del relativo provvedimento da parte delle Forze dell’ordine. Il tempo di permanenza.

ACCOGLIENZA SCOLASTICA
Quando si parla di accoglienza scolastica oggi si fa riferimento quasi esclusivo ai cosiddetti alunni diversamente abili o agli alunni immigrati.
Invece il problema dell’accoglienza scolastica riguarda tutti gli alunni.
La scuola deve configurarsi come un ambiente accogliente, gratificante, piacevole per tutti, alunni e docenti. L’accoglienza non è costituita solo dalle buone maniere, dai saluti, dalle parole gentili.
L’accoglienza è cosa ben più significativa. Non era certamente accogliente la scuola di ieri, la scuola severa, la scuola dell’apprendimento motivato dalle pene, dalle minacce, ma soprattutto dal clima che in essa imperava.
Il docente, seduto in cattedra, situata sulla pedana, si preoccupava solo dei livelli di apprendimento dei propri alunni, delle nozioni propinate nelle lezioni e nei libri di testo.
Dalla parte opposta, gli uni contro gli altri, e non solo in senso figurato, stava la scolaresca, la classe, e non gli alunni, i singoli alunni, l’uno diverso dall’altro nelle sue caratteristiche, nelle sue motivazioni, nei suoi comportamenti.
Ciascun alunno può essere accolto se è conosciuto e riconosciuto nella sua identità personale, sociale, morale, culturale, religiosa e civile.
Accogliere significa quindi non fare riferimento ad una scolaresca di alunni che eguali non sono e non debbono diventare, anche se tali sono considerati, nonostante che si presentino con le loro fisionomie personali la cui conoscenza dà ai docenti la possibilità di rispettarli nelle loro identità e quindi di accoglierli, di metterli a loro agio e soprattutto nelle migliori condizioni perché possano perseguire e conseguire il successo formativo.

Dalla redazione dell’ I.C. Garibaldi-Paolo II di Salemi /Gibellina
Classe II B Scuola Secondaria di 1° grado Gibellina: Emma Squadrito, Sveva Lombardo, Alessia Balsamo