La didattica laboratoriale nella scuola multimediale

Nella nostra scuola vengono proposti settimanalmente laboratori didattici molto coinvolgenti, a cui noi alunni partecipiamo con tanto entusiasmo.

Nell’ambito delle attività relative al laboratorio di scienze, abbiamo conosciuto le proprietà dell’acqua attraverso esperimenti che hanno suscitato in noi interesse e curiosità. Le proprietà che abbiamo considerato sono: il galleggiamento, la tensione superficiale e la capillarità.

L’attività è iniziata con una conversazione chiedendoci: che cosa galleggia? Qual è il contrario di galleggiare? Successivamente abbiamo preso un certo numero di oggetti di uso quotidiano (matita, forbici, chiodo, sughero, colla stik, pezzi di polistirolo, sassi, ecc). Dopo aver diviso la pagina del quaderno in due parti abbiamo disegnato su un lato gli oggetti che galleggiano e sull’altro lato quelli che affondano. Al termine della prima attività, abbiamo condiviso tutti i risultati. Dopo aver esaminato i risultati e al fine di verificare le nostre ipotesi, è iniziata la sperimentazione. Alla fine dell’attività, c’è stato un dibattito per individuare alcuni dei criteri per il galleggiamento, e dopo aver riesaminato tutti gli oggetti utilizzati durante l’esperimento abbiamo cercato di spiegare perché ciascuno di essi galleggia o affonda. Ci siamo accorti che non tutti gli oggetti affondano nello stesso modo e ciò dipende dal materiale dell’oggetto, dal peso, dalla densità, dalla forma, dalla quantità di acqua, ecc. Dallo studio fatto sul sussidiario abbiamo appreso che uno scienziato di Siracusa, Archimede, dopo aver fatto molti esperimenti sul galleggiamento, arrivò a questa conclusione: “Un corpo immerso in un liquido riceve una spinta verso l’alto pari al peso della quantità d’acqua che sposta”. 

 

Per capire meglio in cosa consiste la tensione superficiale, abbiamo eseguito un semplice esperimento.

Esperimento: Graffetta galleggiante

Materiale occorrente: 1 graffetta 1 bicchiere d’acqua

Procedimento: abbiamo appoggiato delicatamente la graffetta sulla superficie dell’acqua

Osservazioni: La graffetta è rimasta a galla

Pur essendo costituita da materiale più denso dell’acqua, la graffetta è rimasta a galla grazie alla tensione superficiale dell’acqua, che crea una specie di sottile pellicola elastica che non fa affondare la graffetta. Per verificare che la graffetta è più densa dell’acqua, è bastato scuotere un po’ il bicchiere e la graffetta è affondata.

Alla tensione superficiale è legata anche la capillarità, una speciale forza adesiva che permette alle molecole d’acqua di risalire sottili tubicini. È una “forza antigravità” che permette all’acqua di salire anziché di scendere. La capillarità è un fenomeno di cui facciamo esperienza quotidianamente, ad esempio grazie alla capillarità riusciamo ad inzuppare un biscotto nel latte, a lavare i vestiti ma, soprattutto, è la capillarità che permette al sangue di scorrere nelle vene e alla linfa grezza di risalire dalle radici alle foglie.

Per capire come agisce la capillarità, abbiamo eseguito un esperimento.

Esperimento: Colorare il sedano

Materiale occorrente: 2 gambi di sedano 1 bicchieri pieno d’acqua 1 cucchiaino di colorante alimentare rosso.

Procedimento: Abbiamo versato il colorante rosso in un contenitore con dentro dell’acqua e dopo aver mescolato con un cucchiaino il liquido, l’acqua è diventata rossa. Infine, abbiamo inserito due gambi di sedano nel bicchiere e lasciato riposare per un giorno. L’indomani, si è potuto osservare che, i gambi di sedano si erano colorati di rosso fino alla punta delle foglie. I gambi di sedano si sono colorati grazie al fatto che, come tutte le piante, i sedani presentano all’interno dei sottilissimi tubicini (capillari, appunto), attraverso i quali l’acqua riesce a risalire fino ad arrivare alla punta delle foglie. Ciò avviene grazie alla capillarità dell’acqua che tende a farla salire anziché scendere verso il basso.

Per concludere … ecco un esperimento che a noi è sembrato una magia. Dopo aver messo dell’acqua nel bicchiere, abbiamo poggiato sopra un foglio di carta, con il palmo della mano lo abbiamo capovolto. Togliendo la mano … come per magia, sfidando la forza di gravità, il foglio è rimasto attaccato al bicchiere e l’acqua non è caduta. In realtà, a causa della tensione superficiale tra le molecole d’acqua, si crea come una pellicola che chiude i fori tra le fibre del foglio.

Fare queste esperienze è entusiasmante perché attraverso le attività di laboratorio “impariamo sperimentando”.

Dalla redazione dell’ I.C. Garibaldi-Paolo II

Classe IV A Scuola Primaria  San Leonardo-Salemi