PONTE MORANDI, LA VOCE DEI GENOVESI

CARMELO MULÈ, QUARANTENNE RESIDENTE DEL QUARTIERE DI RIVAROLO, DIPENDENTE DI AMT GENOVA, SPIEGA LE PROBLEMATICHE DI UNA CITTÀ DIVISA IN DUE.

 

-Innanzitutto, spiega come hai reagito quando sei venuto a conoscenza della disgrazia.

-Ero fuori Genova e mi inviarono su Facebook una foto del ponte; pensavo fosse una bufala, ma poco dopo capii che era successo veramente quando alcuni miei amici mi chiesero dov’ero e se stessi bene. Tutto ciò corredato dall’enorme quantità di fotografie che mi mandavano su Whatsapp i miei vicini di casa o gli amici.

Capii, allora, la gravità della situazione e, in men che non si dica, mi diressi verso il luogo dell’accaduto. La scena era da film fantascientifico; ho ancora oggi in mente la figura di un carabiniere che copriva con un telo bianco l’abitacolo di una vettura ridotta allo stato di vero e proprio rottame… agghiacciante.

Avevo inizialmente immaginato il numero di vittime, che cresceva giorno dopo giorno, ma non mi sarei mai immaginato l’enorme disagio che ha provocato alla città, ma anche all’economia della regione e del Paese.

 

-Hai temuto che qualche tuo conoscente fosse stato colpito direttamente da questa disgrazia?

-In realtà no. Io sono sempre stato, e sono tutt’ora, molto ottimista; ma basterebbe pensare che di lì ci siamo passati tutti e tutti saremmo potuti essere lì in quel tragico momento come quelle povere e soprattutto innocenti vittime.

 

-Questo evento ha segnato la tua vita?

-Certamente sì. Il numero di vittime, di sfollati, ma anche l’enorme danno che si ha provocato alla città. Di certo è uno dei più gravi disastri della storia genovese.  Penso ancora oggi le povere vittime insieme alle loro famiglie, alle persone che da un momento all’altro si sono trovate senza una casa e anche a me stesso, che potevo essere lì in quel momento. Ogni volta che apro le persiane di casa e vedo il vuoto dove fino a qualche mese fa c’era il ponte, mi fa davvero effetto e tristezza.

 

– Il crollo del ponte, ha coinvolto anche la tua vita da autista di mezzi pubblici?

– Certamente. L’Azienda Municipalizzata Trasporti sta svolgendo un ruolo fondamentale per la mobilità cittadina. Dopo l’aggiunta di nuove linee speciali e gratuite per i residenti della Val Polcevera, ha assegnato agli autisti della rimessa di Sampierdarena turni straordinari da effettuare da queste linee… Inoltre AMT ha chiamato al volante, come volontari, personale in pensione e, data la scarsità di mezzi, ha comprato a prezzo stracciato, dalla ATM Milano, una dozzina di bus, proprio per questi collegamenti gratuiti con il centro cittadino. La metropolitana è gratuita nel tratto Brin – Dinegro e anche lì le corse sono state aumentate notevolmente.

 

– Tu, dalla tua abitazione al luogo di lavoro, che strada devi fare ora che il Morandi è crollato?

– Lavorando presso la rimessa AMT di Sampierdarena, prendo il metrò da Brin a Dinegro; poi da Dinegro a Sampierdarena con l’autobus.

Qualora avessi dovuto utilizzare l’automobile, fino a poco tempo fa dovevo dapprima andare a Bolzaneto, prendere l’autostrada, che all’inizio era addirittura a pagamento per chi faceva il mio stesso tragitto, e uscire a Genova Ovest. Ora, fortunatamente, posso passare da Via 30 Giugno evitando di fare quello che era un vero e proprio “giro dell’oca”.

Tutti disagi ma, pensando a chi sta peggio di noi o a chi non c’è più, è niente.

 

 

 

 

 

Fonte immagine: genova.repubblica.it