Intervista a Fabio Fedi, dipendente del colorificio Tassani.
di Chiara Tacchino
14 agosto 2018, un tragico evento nel capoluogo ligure: crolla il celebre Ponte Morandi, il principale collegamento fra il ponente ed il levante della regione nonché agevole soluzione al traffico per i commerci di tutto il Paese. Quattro mesi dopo il crollo intervistiamo Fabio Fedi, 42 anni, lavoratore del colorificio Tassani, fabbrica che ha sede a Bolzaneto, nel ponente genovese.
Fabio racconta che era in campagna con un suo amico, quando sua madre lo chiama al telefono per riferigli del tremendo crollo: “Mia mamma è melodrammatica, ho pensato stesse esagerando, perché mai mi sarei mai aspettato potesse accadere qualcosa del genere.”
Fabio abita a Genova Pra, quindi già per lui era scomodo a volte spostarsi. Adesso per recarsi alla Tassani si sveglia e parte almeno quaranta minuti prima. Anche nel rincasare impiega quaranta minuti in più. Oltre al disagio per arrivare al luogo di lavoro ed allo sgomento provato per la tragedia, il crollo del 14 agosto ha indotto Fabio a recarsi il meno possibile in centro città, mentre prima gli piaceva molto. Questa tragedia ha addolorato assai Fabio ed ognuno di noi.
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