• Home
  • Blog
  • Articoli
  • L’inferno esiste ed è in Libia: violenze atroci per chi cerca la pace

L’inferno esiste ed è in Libia: violenze atroci per chi cerca la pace

Migliaia di uomini, donne e bambini vengono ogni giorno torturati nel fisico e annientati nella mente, proprio come nei campi di concentramento nazisti, sepolti vivi e dimenticati nei nuovi lager. In Libia ci sono immigrati detenuti in centri ufficiali o prigionieri dei trafficanti. migranti che vogliono arrivare in Europa, ma anche quelli che sono stati respinti, vengono quindi portati in uno dei 34 centri di detenzione. Quello che accade in quei luoghi è atroce: vengono messi in catene, ustionati e denutriti, aggrediti con acido, picchiati con martelli e tubi. Il viaggio dall’Eritrea all’Italia, e all’Europa in generale, che attraversa Etiopia, Sudan, Libia, può durare anche 2 anni ed è una tratta pericolosa, caratterizzata da abusi, violenze e spesso torture. Gli emigranti vengono venduti dai trafficanti nei mercati di esseri umani, vengono messi in fila da una parte gli Etiopi e dall’altra Eritrei e ancora… dall’altra parte gli Africani in gruppi di 40. I libici non hanno religione, e vengono picchiati di continuo, li torturano almeno 3 volte al giorno. I trafficanti chiamano le famiglie dei prigionieri chiedendo soldi e facendogli sentire le urla. Amnesty International ha denunciato che migliaia di persone restano intrappolate nei campi di detenzione libici dove la tortura è all’ordine del giorno.

L’Europa deve porre il tema della dignità umana al centro delle sue politiche in materia d’immigrazione. Se l’Italia è al posto di guida, tutti i governi europei che cooperano con la Libia nel controllo delle frontiere hanno la loro parte di responsabilità per il trattenimento di migranti e rifugiati in centri dove si verificano violenze indescrivibili. I programmi per il “ritorno assistito volontario” dei migranti trattenuti in Libia sono stati estesi: nel 2017 19.370 persone sono tornate nei paesi d’origine. Sono stati attuati positivamente più modesti progetti pilota per il reinsediamento di poche centinaia di rifugiati in Francia e Italia. Sull’agghiacciante situazione dei migranti e dei rifugiati in Libia, i governi europei hanno reagito con rimedi provvisori, come le evacuazioni senza alcuna garanzia che le persone tornate nei luoghi di origine possano riprendere una vita in condizioni di sicurezza.

Margaret Sardo, Alessia Forgia, Sara Parisi, Noelia Russo, Alida Di Gaetano

Liceo Classico Giovanni XXIII – Marsala