Catania, la terra trema nella notte di Santo Stefano

Negli ultimi tempi si sono verificati diversi fenomeni di carattere geologico nelle zone del sud Italia, in particolare nel catanese. Andiamo ad intervistate ed ad approfondire questa questione con il ricercatore degli INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) Francesco Guglielmino.

Ha sentito gli ultimi terremoti avvenuti ultimamente nel catanese, come ha reagito ?

Sono stato informato dei terremoti avvenuti nella settimana di Natale, ma ho percepito solo quello della notte di Santo Stefano avvenuto alle 3:19. In quel preciso istante di tempo, ho valutato la situazione ma ho solo avuto il tempo di svegliare la mia famiglia ed il terremoto era già terminato. Brutto spavento, ma alla fine tutto è finito per il meglio per fortuna.

Può spiegarci nel dettaglio cosa è successo quella notte e, in generale, cosa ha provocato i terremoti?

Dal 24 dicembre si è intruso un dicco magmatico nel vulcano che ha cambiato il suo assetto strutturale, generando delle deformazioni sulle faglie esistenti che hanno, di conseguenza, provocato i terremoti. In particolare, il terremoto del 26 è stato il più forte di grado 4.8 sulla scala Richter e con epicentro a 1 km sotto terra. Proprio per questo è stato maggiormente percepito.

Avete effettuato misure per comprendere meglio cosa sia successo?

Certo, già dal giorno dopo siamo andati a fare delle misure con GPS geotermici piazzati sui fianchi del vulcano. Questi strumenti vengono posizionati su appositi capisaldi che usiamo per effettuare queste misure. Solitamente noi li utilizziamo due volte l’anno per i periodici controlli, ma in casi particolari come questo utilizziamo questi siti all’occorrenza. Sui fianchi del vulcano sono istallati circa 80 strumenti di questi, ma durante queste situazioni di emergenza abbiamo ritenuto apportuno istallarne altri 10 per avere la situazione ancora più chiara.

Cosa avete visto dai dati ottenuti?

Due giorni dopo aver montato le misure abbiamo ottenuto risultati interessanti. Confrontando le immagini con quelle precedenti abbiamo notato interessanti spostamenti fino a 30 cm, sia nell’area epicentrale, dove gli effetti del terremoti sono più chiari, sia nell’aria meridionale del vulcano. Gli spostamenti dovuti al dicco vulcanico che ai numerosi terremoti hanno coinvolto quasi tutto l’edificio vulcanico.

In che zone il terremoto ha causato più problemi ?

I centri più colpiti dal terremoto sono Fleri, Santa Maria la Stella e le zone circostanti a Pennisi. A Fleri, gli edifici hanno riportato diversi danni e sono crollate le case più antiche.

Che cosa dobbiamo aspettarci in seguito a questi fenomeni geologici ?

Dalle immagini non possiamo ovviamente prevedere cosa accadrà in futuro, però possiamo tranquillamente aspettarci altri fenomeni di terremoto di origine vulcanica, non più forti di quelli già avvenuti.

Che cosa consiglia in caso di altri eventi di questo tipo?

Sicuramente i problemi che dobbiamo al più presto risolvere sono gli edifici. Se tutto è costruito a norma non dovrebbe esserci nessun tipo di problema, al massimo qualche danno strutturale. Sicuramente possiamo adeguare gli edifici più vecchi tale in modo tale da resistere a questi tipi di terremoto.

Vito Guglielmino, III G