Genova e Fabrizio De André

La città ricorda il suo grande cantautore  

La città di Genova ha celebrato il cantautore genovese Fabrizio De André nel ventesimo anniversario della sua scomparsa, avvenuta l’11 gennaio 1999, con un grande evento organizzato dal Comune presso il Salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, con il titolo “Il mio Fabrizio”. Buona parte del pubblico si è presentata davanti all’ingresso di Palazzo Ducale ben prima delle ore 15, aspettando in coda. Oltre a Cristiano De André, figlio del cantautore, e a Dori Ghezzi, la moglie, erano presenti Fabio Fazio, Gino Paoli, Neri Marcorè, Luca Bizzarri e l’assessore Ilaria Cavo. Si è parlato dell’importanza di De André nella musica e nella cultura italiana. “E’ speciale il modo in cui le persone ricordano Fabrizio” ha detto la moglie. L’assessore Ilaria Cavo in questa occasione ha dichiarato: “Abbiamo l’idea di dar vita a Genova ad una Scuola dei cantautori in modo che possano nascere nuovi talenti”.

In classe quest’anno abbiamo imparato alcune sue alcune canzoni e conosciuto qualche notizia della sua vita. De André nacque a Genova nel 1940 da una famiglia benestante e fin da giovane si appassionò alla chitarra. Nel 1968 la famosa cantante Mina cantò “La canzone di Marinella”, una canzone di De André e questo lo rese famoso. I temi delle sue canzoni sono spesso sociali, lui stava sempre dalla parte degli ultimi, degli emarginati. In quasi quarant’anni di attività artistica ha inciso quattordici album, più altre canzoni pubblicate come singoli. Insieme a Luigi Tenco, Bruno Lauzi e Gino Paoli, ha fatto parte della cosiddetta “Scuola genovese” dei cantautori.

Una delle canzoni di De André che abbiamo imparato quest’anno è “Il pescatore” che è stata composta nel 1970. Parla di un pescatore che incontra un assassino, ma in lui vede solo un uomo disperato che chiede da mangiare e da bere. Il gesto particolare è che il pescatore, invece di giudicarlo, gli dà da mangiare e da bere; in questa canzone sono presenti dei simboli religiosi, come il pane e il vino che ricordano l’eucarestia, forse perché il pescatore, come Gesù, ama e accoglie anche i peccatori…

Un’altra canzone famosa di De André che abbiamo imparato è “La guerra di Piero” che racconta di un soldato costretto ad andare in guerra. Un giorno, mentre tornava verso la frontiera, si trovò davanti ad un soldato nemico che non lo aveva visto ed ebbe un attimo di incertezza: una voce gli diceva: “Sparagli Piero, sparagli ora”, ma Piero non gli sparò perché non voleva vedere negli occhi un uomo morire. Questa incertezza gli costò la vita, perchè l’altro, vedendolo, invece, gli sparò. Questa canzone insegna che la guerra è una cosa brutta perché costringe le persone ad uccidere altre persone solo perché hanno una divisa di un colore diverso. De André ha spiegato in un’intervista che per scrivere questa canzone si è ispirato ai racconti di suo zio che aveva partecipato alla prima guerra mondiale.

Nella nostra classe abbiamo studiato Fabrizio De André nell’ambito di un progetto intitolato “Scopriamo la Superba”, cioè Genova, imparando a conoscere meglio la nostra città attraverso poesie, canzoni, uscite e visite didattiche, attività di disegno dal vero di paesaggi della città.

Ad esempio all’inizio dell’anno abbiamo imparato anche un’altra canzone, legata a Genova, che non è stata scritta da De André, ma da Paolo Conte, un altro importante cantautore, non genovese, ma piemontese, che racconta Genova vista da un piemontese e descrive ciò che si prova ad arrivare nella nostra città… “Con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così che abbiamo noi mentre guardiamo Genova…”, come lui che si è meravigliato la prima volta che è stato nella nostra città. Quando è tornato a casa sua, in Piemonte, ha rimpianto di essere andato via. L’anno scorso invece abbiamo imparato due canzone di un altro cantautore genovese Gino Paoli, “La gatta” e “Quattro amici al bar”.

Classe V C scuola A. Spinola