Generazione Z, rivoluzione social

Gli  psicologi affermano: riscontriamo sempre più, la diminuzione di uso e consumo di droghe e alcol.

Generazione Z, la generazione nata nel digitale, nati tra il 1996 e 2010, stanno totalmente cambiando le abitudini rispetto ai loro parenti più vicini i Millennians.

Il tempo che questi giovani spendono sui social diventa sempre più rilevante nella loro socializzazione, rendendoli come dimostra lo studio dell’università di San Jose condotto della psicologa  Jean Twenge, meno interessati al futuro, non hanno più aspirazioni lavorative, sul prendere la patente o più semplicemente uscire con gli amici.

Lo studio ha, inoltre, riscontrato una notevole diminuzione del tasso di abuso e uso di sostanze stupefacenti e alcol, contrapposta ad un aumento dei tassi di suicidio e depressione, quindi rendendoli infelici e non pronti alla vita da adulto. I giovani che a 18 anni si affacciano nel mondo degli adulti, non sono pronti perché spaventati dal futuro.

La psicologa Twenge conferisce la colpa di ciò agli smartphone: “Sono incollati a seguire un flusso interminabile di testi e immagini su degli schermi. Il risultato è meno tempo dedicato alla costruzione di competenze sociali, alla negoziazione di relazioni e alla navigazione delle emozioni”.

La Generazione Z è tuttavia più propensa ad accettare il diverso sia in ambito sessuale, sia dal punto di vista strettamente ideologico. Cresciuti con una più aperta concezione del mondo, la generazione Z ha abbattuto tutte le barriere ideologiche e comportamentali. Anche i social stanno svolgendo la funzione di collante sociale.

Sebbene speranzosi e ottimisti sul futuro, la generazione Z è quasi totalmente disinteressata alla politica. Questa connotazione assume ancor più allarmanti segnali dal fatto che le nuove generazioni stanno perdendo il senso del nazionalismo.

La dottoressa Twenge ci pone un quesito non da poco, che lancia una nuova luce sul mondo della Generazione Z: “I giovani si stanno facendo meno del male con i rischi classici: bullismo, droghe, alcol, tabacco.

Stiamo forse rimpiangendo i riti tradizionali di iniziazione all’età adulta nel mondo occidentale? Inoltre, ci si può chiedere se internet sia la causa o non piuttosto l’effetto di un fenomeno che ha preso piede nelle società occidentali dopo la metà del ventesimo secolo?”.

Marco Pappalardo   3°G