• Home
  • Blog
  • Articoli
  • Le condizioni di vita della guerra, la testimonianza di chi c’era

Le condizioni di vita della guerra, la testimonianza di chi c’era

Oggi, 20 gennaio 2019, sono andata a intervistare la signora  Francesca  Angela Bonora una donna di ben 91 anni.

La signora Francesca è nata il 12  gennaio 1928 ed ha trascorso la sua infanzia e adolescenza durante  la Seconda Guerra Mondiale .

Che cosa ricorda della seconda guerra mondiale?

Ricordo moltissime cose che vorrei dimenticare. Ricordo tanto odio e tanti morti a causa delle persecuzioni. Avevo 12 anni quando cominciò la guerra.  Ricordo principalmente che ero spesso sola a casa con i miei 3 fratelli più piccoli e quando cominciava a suonare la sirena d’allarme che segnalava un attacco dovevo correre e portarli al riparo nel rifugio e pregavo continuamente che mia madre e mio padre potessero arrivare  presto.

Come mai i tuoi genitori vi lasciavano soli?

Lavoravano continuamente, ma nonostante ciò non riuscivano a portare cibo sufficiente per 5 persone. La mancanza di cibo fu un problema enorme: il pane era immangiabile e qualsiasi tipo di alimento costava molto di più perché aumentarono le tasse non riuscendo  a sostenere le spese della guerra e quindi chi era povero moriva di fame o era costretto a rubare nelle dispense delle altre case. Erano delle condizioni terribili che al solo ricordo mi terrorizzano.

Ci può raccontare la sua adolescenza?

Non ho bei ricordi, per niente. Non ho mai potuto vivere la mia adolescenza a pieno dato che non andavo a scuola, non potevo fare amicizie e non potevo avere un fidanzatino. Non potevo perché i nostri  genitori ci  consigliavano di evitare di uscire in strada o stringere rapporti con persone che potevano morire da un giorno all’altro a causa dei bombardamenti, come soldati in guerra. Dovevamo essere forti e il compianto per un defunto non doveva rientrare nei nostri piani. Ero sempre devota alla casa e ai miei fratelli, non potevo uscire senza un adulto vicino anche perché essendo una bella ragazzina, avevano paura che i soldati potessero “approfittarne”. Una volta ho provato a uscire sola a fare una passeggiata, ma incontrai un amico di mio padre che mi portò da lui e le presi di santa ragione. Da quel momento non tentai più di disubbidire.

Come rimaneva in contatto con i suoi amici?

Non ci crederai ma io non ho avuto amici durante la mia adolescenza, tutti gli amici di infanzia erano spariti o facevano finta di non conoscersi per non correre eventuali pericoli. Ero completamente sola, non ho mai avuto un fidanzato prima dei miei 21 anni e nemmeno un amica del cuore a cui rivelare i miei segreti, anche perché non avevo segreti. Ero una specie di macchina priva di sentimenti che lavava, stirava, cucinava, badava ai bambini e andava a dormire, obbedivo alle esigenze della casa, nient’altro, ho cominciato a vivere sul serio  solo dopo la guerra.

Le va di parlare della Shoah ?

Durante la seconda guerra mondiale vennero uccisi circa 17 milioni di persone, questi poveretti erano ebrei, zingari, omosessuali o semplicemente persone malate. I persecutori  non guardavano in faccia nessuno, non gli importava se si trattava di bambini o anziani, non provavano pietà delle urla dei neonati strappati alle loro madri. Tanti ebrei cercavano di nascondersi e molti cercavano di camuffarsi,  ma quando venivano scoperti venivano portati via. Non sapevamo dove fossero portati e  abbiamo smesso di chiedercelo, il minimo errore e ci uccidevano, dovevamo  farci i fatti nostri. Solo dopo abbiamo scoperto che venivano portati nei campi di sterminio, separati per genere tra di loro per poi venire torturati e uccisi da nazisti. A 15 anni conobbi una giovane ragazza ebrea che cercò di nascondersi  nel mio rifugio anti- bombardamento, ma mio padre, dopo 6 giorni,  aveva troppa paura di essere coinvolto in questa storia e la dovette mandare via da lì. Non ho mai saputo più nulla di lei. Mi ricordo inoltre di una rivista, non ricordo il nome esatto, ma era una rivista che rivendicava la difesa della razza pura invitandoci a consegnare qualsiasi ebreo, zingaro o quant’altro considerandoli come nocivi. Ho sempre provato sdegno per le ingiustizie e omicidi commessi in quel periodo, ma non potevo fare nulla, volevo ma era impossibile. In quel periodo regnava in Europa l’ingiustizia e il terrore.

Facciamo un passo indietro, come era il fascismo, prima dello scoppio della guerra?

Non ricordo molto prima della guerra, ma si stava bene. Si poteva stare male economicamente ma non c’era delinquenza, si stava sereni. Ricordo che i miei genitori furono costretti a prendere la tessera del fascismo perché sennò non potevi comprare nemmeno il pane. A parte questo mio nonno mi narrava che Mussolini era bravo e forte prima ma il suo grande errore secondo me, secondo tutti, fu l’alleanza con Hitler.

Come reagì all’arrivo degli americani?

Fu una gioia immensa, ci fu un momento in cui pensai che la guerra non sarebbe finita mai più, ma l’arrivo degli americani significò per me l’inizio di un processo che si poteva concludere con un “lieto fine”.

Perfetto, grazie mille per aver accettato di rispondere alle mie domande.

È un piacere aiutare voi giovani, nella speranza che non viviate il terrore che abbiamo vissuto  noi.

                                                                                                     Noemi Trovato 3^G