• Home
  • Blog
  • Articoli
  • Anche l’indifferenza, che appare una “non scelta” è in realtà una presa di posizione. Vi auguro di saper fare la scelta giusta.

Anche l’indifferenza, che appare una “non scelta” è in realtà una presa di posizione. Vi auguro di saper fare la scelta giusta.

di Anna Giacon e Sergio Bolog

‘’I sei milioni e mezzo di ebrei che sono morti durante la Shoah (termine ebraico che indica il massacro degli Ebrei avvenuto nei paesi dominati da Hitler) non sono stati uccisi solo dall’odio dei nazisti, ma anche dall’indifferenza delle altre persone che si sono voltate dicendo: ’’non mi riguarda ’’. Persone che potevano fare la differenza semplicemente schierandosi dalla parte giusta e hanno deciso di non fare nulla; è per questo che dobbiamo imparare a ‘’ metterci in gioco ’’ e a schierarci dalla parte giusta, perché ciò che è stato non avvenga mai più, perché persone come Hitler e Mussolini non ottengano più il potere tenendo il popolo nell’odio e nell’ignoranza’’.

Queste sono le parole di Alessandra Jarach, membro del direttivo del Memoriale della Shoah (Binario 21)  di Milan, intervenuta il 25 gennaio al Liceo D’Oria nell’ambito di un incontro di riflessione sulle  Leggi razziali del 1938e sulla Shoah.

Il Memoriale, una zona dedicata al ricordo delle persone che sono morte nei lager e alla raccolta delle testimonianze degli Ebrei sopravvissuti e dei partigiani – come ricorda Jarach –  non è un semplice museo, ma un luogo vivo da utilizzare per la costruzione della memoria, che non è un banale ricordo, ma bensì l’unione tra lo studio dei fatti e quello delle testimonianze delle persone che hanno vissuto quel periodo di grande decadenza della razza umana, l’unica razza esistente.

La memoria non deve essere un elemento spento, giustificato dalla presunta lontananza fisica e temporale della Shoah, infatti, anche l’Italia ha dato il suo contributo alla Germania nazista , prima con le leggi razziali e il censimento degli Ebrei e poi con la deportazione di tutte le persone di origine ebraica, mentre la Germania usava tutti gli strumenti in dotazione per ingannare e umiliare gli Ebrei: dalla scritta ‘’ Il lavoro rende liberi’’ sul cancello di Aushwitz allo scambio del nome con un numero, dalla rasatura dei capelli alla loro uccisione di massa. Perché ciò non accada nuovamente dobbiamo imparare a stare dalla parte giusta, proprio come hanno fatto i partigiani che, pur essendo spesso molto giovani, hanno deciso di combattere eroicamente e rischiare la vita pur di non chinare il capo davanti ad un leader che non ritenevano adatto, un leader che li aveva traditi e che loro disprezzavano.

Come ha detto il giornalista Federico Gaudenzi (autore di una video-intervista documentario ad uno degli ultimi partigiani, Francesco Bellinzoni)  alla folta platea di studenti presenti all’incontro: “L’augurio che mi sento di farvi e di farmi, ora come allora, è quello di saper scegliere, di riuscire a fare la scelta giusta”.