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La Senatrice Liliana Segre – Ho sciolto il silenzio ed ora parlo ai ragazzi da nonna

Oggi, in occasione della Giornata della Memoria, voglio condividere con voi l’esperienza dell’incontro avuto con la Senatrice Liliana Segre quando ha ricevuto il titolo di membro onorario del corpo accademico presso l’università “Gabriele D’Annunzio”. Alla cerimonia, seguita dalla testimonianza della sopravvissuta ad Auschwitz-Birkenau, era presente anche un gruppo di alunni e docenti del liceo Vico di Sulmona.

La senatrice ha raccontato la sua storia rivolgendosi in particolare ai ragazzi e parlando loro come ai propri nipoti. La sua è stata una vita ricca di “perché”, a partire dal giorno in cui venne espulsa dalla scuola pubblica a causa delle leggi razziali. Una bambina considerata diversa, ma che si sentiva così uguale, si trovò ad affrontare dei pregiudizi che non riusciva a comprendere, non allora, né tantomeno oggi. La stessa tredicenne che passava i suoi pomeriggi spensierati con il nonno, si ritrovò ad affrontare un viaggio “per ignota destinazione”.

Tantissime le tematiche che la Segre ha affrontato, dall’odio, allo spreco del cibo, passando per il femminismo. E altrettante sono state le denunce. “Io l’ho detto in Senato: ‘Io sono stata una richiedente asilo a cui è stato negato. Io sono stata una clandestina’”, ha affermato la Segre.

Una donna di pace, che ha sempre scelto la vita e che insegna a non arrendersi mai, a non cedere mai all’odio.

Tante le persone presenti, motivo per cui sono state allestite anche altre stanze con un collegamento, per permettere a tutti di seguire al meglio la testimonianza della senatrice. L’auditorium, stracolmo di giovani e non solo, pendeva dalle labbra della senatrice che, nonostante il tema, è riuscita a far trascorre un’ora senza risultare troppo pesante. Il suo racconto, infatti, è stato senza dubbio emozionante, ma alleggerito da qualche “battuta”. “A Venezia”, racconta, “come prima azione, i nazisti portarono via tutti gli ebrei da una casa di riposo, anche una signora di 98 anni, che certamente come nemica del grande Reich tedesco doveva fare molta paura.”

Liliana Segre ha aperto il suo cuore e condiviso tutto l’orrore che ha visto e vissuto senza descriversi come un’eroina. Lei stessa, dopo un anno passato nel campo afferma: “Ero diventata una lupa affamata ed egoista.” Più di una volta aveva pensato di vendicarsi per tutto il male che le era stato fatto, ma alla fine ha vinto l’amore ed oggi può dire di non odiarli, ma piuttosto di provare pena per loro.

Il nostro Istituto, da sempre attivo nello studio della Shoah, ha dato l’opportunità alle classi quinte di incontrare, nel mese di dicembre, Samuel Modiano, che ha raccontato la sua straziante esperienza, e nel mese di gennaio ’19, lo storico Michele Sarfatti, studioso della persecuzione antiebraica e della storia degli ebrei.

Tre incontri molto diversi tra loro, due testimonianze che, sebbene si riferissero ad uno stesso evento, hanno colpito noi studenti in maniera assolutamente differente: la senatrice ha esposto la sua testimonianza quasi come un racconto, Sami ha invece trasmesso agli studenti tutte le sue emozioni, per quanto forti esse potessero essere. A concludere il tutto l’analisi storica degli avvenimenti, che ha permesso a noi ragazzi di conoscere meglio le cause di un capitolo della nostra storia che, per alcuni versi, non saremo mai in grado di capire fino in fondo.

Di Bartolo Anna