Catania, Sant’Agata patrona o prigioniera della città?

E’ da secoli tradizione festeggiare a Catania Sant’Agata, la santa protettrice della città. Dal giorno 3 al 5 febbraio di ogni anno, i catanesi celebrano calorosamente quella che è la terza festa religiosa più importante al mondo.
Tuttavia, quest’anno la festa di Sant’Agata  ha suscitato il malcontento di alcuni di coloro che si danno l’appellativo di “cittadini”.
E’ stato molto rilevante l’avvenimento della mattina del 6 febbraio, quando, pare a causa della troppa folla di devoti all’interno del cordone, il fercolo della santa, che avrebbe dovuto percorrere la salita di via San Giuliano, viene fermato dal capovara Claudio Consoli e da monsignor Barbaro Scionti per ragioni di sicurezza.
Il capovara e Padre Scionti, fatti staccare i cordoni, hanno deciso di ritornare in piazza Duomo per il rientro del fercolo nella cattedrale, suscitando le proteste di un gruppo di cittadini che il parroco, alla fine della processione, ha definito delinquenti.
Sono stati, infatti, gli stessi cittadini a considerare la loro patrona come un oggetto da contendersi.
La squadra mobile, dopo l’accaduto, sta svolgendo accertamenti su un presunto giro di scommesse clandestine in relazione agli orari degli spostamenti del fercolo. Come se non bastasse, la giornalista catanese e direttrice della testata on line “L’Urlo” Fabiola Foti, dopo aver riportato i fatti avvenuti durante le festività agatine, ha subito intimidazioni con una testa di agnello fatta trovare sul parabrezza della sua auto, esplicito segno di minaccia. A Consoli e Scionti è stata assegnata una scorta.
Giulia Pinto, III B