“Noi siamo bambini”, il progetto per i più deboli

 

Il Morano di Caivano capofila dell’iniziativa che ha stracciato il velo dell’indifferenza sulla pedofilia. Tematica molto sentita nella nostra terra e nelle nostra scuola.

 

Il progetto “Noi siamo bambini” è stato “abbracciato” dallIstituto Superiore “Francesco Morano” di Caivano (NA) con lobiettivo principale di studiare e far conoscere la tematiche che, molte volte, è evitata perchè ritenuta, “compromettente”, talmente vergognosa da utilizzare l’indifferenza per “combatterla”.

Parlarne in un altro modo, guardandosi in faccia ci ha permesso da un lato di liberarci dallidea di presenza esclusiva di pedofilia e criminalità allinterno del Parco Verde ma soprattutto di cercare di capire il problema. per poi cercare di prevenirlo.

Il progetto in sé è nato per prevenire labuso e lo sfruttamento sessuale dei minori, tematiche molto delicate da affrontare soprattutto tra i giovani. Liniziativa è riuscita a coinvolgere ben altre 9 scuole oltre al Morano, contandone in tutto 4 dalla Campania e 6 dal Lazio. Il tutto è stato reso possibile mediante la collaborazione con lIstituto di Ortofonologia, il Garante dellInfanzia del Lazio, la Società Italiana di Pediatria e lagenzia di stampa “Dire”. Proprio grazie a questultima, gli istituti sono riusciti a dedicare pomeriggi di alcuni giorni successivamente stabiliti alla presentazione del progetto nelle aule, mettendo a disposizione di noi alunni un tutor della casa giornalistica al fine di istruirci sulle tematiche sopra elencate. Definire al meglio il ruolo di questultimi allinterno del “mondo della notizia”, spiegando cos’è e come va realizzato un articolo di giornale, è stato uno degli argomenti principale degli incontri, per poi spostare lattenzione sul comportamento dei giornalisti nelle situazioni in cui sono presenti abusi, pedofilia, sfruttamenti di vario tipo e stalking verso i minori.

Ed è proprio su questultimo tema che mi sono soffermato. Perché? semplice: è uno dei “fenomeni” più comuni al giorno doggi, soprattutto a causa della presenza di una tecnologia che sì, sta andando a migliorare, causando però non pochi danni per via delluso improprio che se ne fa. Andiamo però con ordine: stalking è un termine anglosassone che sta ad indicare una serie di atteggiamenti di tipo persecutorio realizzati dal soggetto chiamato persecutore nei confronti della vittima: si tratta di un insieme di condotte oppressive sotto forma di minacce, molestie e atti lesivi che inducono alla persona che le subisce un disagio psichico, fisico e soprattutto un senso di timore, ansia e paura, compromettendone anche la vita quotidiana. Lo stalking verso ai minori è il primo passo verso possibili abusi e molestie.

C’è da dire che lo stalking non è un fenomeno omogeneo in quanto non è possibile ricavare un modello di condotta tipica o un profilo di stalker comune. Nella maggior parte dei casi (circa il 91,1%) si hanno atteggiamenti oppressivi da parte degli uomini, spesso ex partner della vittima che cerca di recuperare un rapporto, ma anche collaboratori, amici, vicini di casa e conoscenti. Peraltro, non è detto che i persecutori siano persone con precedenti penali, disturbi mentali o debite alluso di droghe. Lo stalking può manifestarsi con un contatto “reale” mediante inseguimenti, sorvegliamenti, pedinamenti, raccogliendo informazioni della vittima seguendo i suoi movimenti, con tentativi di comunicazione o di contatto di vario tipo, ma anche tramite la rete Internet, con linvio ad esempio di SMS o email indesiderate. Dati affermano inoltre che soltanto nel 7,1% dei casi, persecutore e vittima sono dello stesso sesso: spesso infatti a subire le varie molestie sono le donne, che commettono le commettono invece solo nell8,9% dei casi. In genere, queste molestie assillanti sono spesso esercitate per soddisfare le proprie emozioni, i propri impulsi con stimoli sempre nuovi. Lo stalking viene quindi definito un reato, come stabilito dal Codice Penale Italiano, affermando ciò nellarticolo 612-bis. Chi lo commette, può essere punito con una reclusione da sei mesi a quattro anni. Con l’aggravante poi dello stalking verso un minore, che è ritenuto quindi un abuso più forte.

I veri protagonisti del progetto però, siamo sicuramente stati noi studenti: abbiamo avuto la possibilità di esternare liberamente le nostre idee ed impressioni a riguardo di ogni argomento trattato e la fortuna di avere al nostro fianco un tutor del tutto disponibile ad ascoltare ciò che avevamo da dire, capace di farci ricevere le giuste dritte e le conoscenze che ci spettavano con la frequentazione del progetto. Estata unesperienza personalmente positiva, in quanto è stato piacevole riuscire a far miei concetti che prima non erano del tutto chiari ed è stata unoccasione in più per capire come ci si comporta, in circostanze delicate come queste, nel mondo del lavoro.

Francesco Pio Violante