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GENERAZIONI MUSICALI A CONFRONTO: MILLENNIALS VS ANNI ‘70

L’evento-dibattito al Mazzotti di Treviso

 

Young Signorino
Jim Morrison

 

 

 

 

Al Mazzotti di Treviso a febbraio è stato organizzato un incontro-dibattito per confrontare due generazioni musicali molto diverse, quella degli adolescenti di oggi e quella degli anni ’70, un progetto promosso dagli studenti nell’ambito del progetto di istituto di valorizzazione delle eccellenze.

Ad intervenire erano presenti come moderatori un insegnante del Mazzotti esperto musicale, Paolo Formigaro, e un giovane universitario di Treviso, Davide Miotto, collaboratore del magazine online Da Family Mag.

Dal dibattito è emerso che una delle differenze sostanziale tra i due mondi musicali sta nel modo in cui la canzone viene presentata al suo pubblico e nei metodi di diffusione che oggi sono largamente aumentati grazie all’intervento di Internet. Sono nate, infatti, negli ultimi anni diverse piattaforme di condivisione come YouTube, Spotify (molto popolare tra i giovani) e i social in generale, con la conseguente diminuzione di acquisti dei CD, che nel secolo scorso era quasi l’unico metodo di diffusione della musica oltre alle radio.

Bisogna anche considerare l’entrata in campo di nuovi generi, totalmente diversi da quelli degli anni ’70, come la trap, genere recentissimo, nato in seguito all’utilizzo dell’autotune, uno strumento di correzione vocale.

Secondo il docente inoltre un altro aspetto ad essere cambiato è ciò che i testi delle canzoni trasmettono, spesso un messaggio non univoco a quello che invece viene mostrato nella clip musicale o alle emozioni che la sonorità ci trasmette, e che, in particolare nel genere trap, sono diventati molto più violenti; sono testi spesso privi di coerenza, a detta del professore, o testi che raccontano la storia personale del cantante. Sempre secondo un punto di vista del docente anche la loro complessità è diminuita, diventando un qualcosa che quasi chiunque può fare.

A questa affermazione i ragazzi dell’istituto sono intervenuti in difesa dei generi più moderni sostenendo che con l’evoluzione della musica si sono evoluti anche gli strumenti per produrla, diventando sempre più complessi con una richiesta di esperti sempre più specializzati nel settore.

Una domanda in particolare, nata sotto la spinta della recente tragedia avvenuta al concerto di Sfera Ebbasta ad Ancona lo scorso dicembre, ha fatto riflettere molto: può il contenuto di una canzone influenzare, soprattutto in senso negativo, il comportamento dei ragazzi?

Su questo non ci sono stati troppi dubbi o contrasti tra le due generazioni: entrambi i fronti sono d’accordo sul fatto che il vero ruolo educativo lo hanno sempre avuto le famiglie e che quella della musica “sbagliata” può essere usata solo come scusante.

 

Eleonora Cappellesso e Samantha Miatto

Classe 4Cr, istituto Mazzotti, Treviso