Adolescenti e smartphone, uso e abuso dei nostri giorni

Problemi di natura fisico-sociale, ansia, disturbi della concentrazione e del sonno, irascibilità, sono alcuni degli effetti collaterali causati da un utilizzo eccessivo dello smartphone tra gli adolescenti.

Sono trascorsi oltre 20 anni dal lancio del primo, storico, modello di cellulare; un apparecchio assai voluminoso, se non ingombrante, e dalle prestazioni tutt’altro performanti. Il primo Iphone, invece, è stato presentato da Steve Jobs nel 2007.

Non c’è, dunque, da sorprendersi se i primi e più affiatati utenti di questi dispositivi sono gli adolescenti. Inizialmente pensato che per rispondere ad esigenze di carattere pratico, lo smartphone si è trasformato in un oggetto di intrattenimento quotidiano. I ragazzi di oggi sono soliti utilizzarlo per seguire le community dei diversi social network, nonché per condividere foto, chat, link, note vocali.

Lo smartphone è considerato il segno visibile della condizione economico-sociale privilegiata di una persona o di un gruppo sociale: permette all’adolescente di sentirsi “parte” di un gruppo o di una comunità e, al tempo stesso, esprime una condizione di agiatezza economica, facendo sì che i ragazzi che ne possiedono uno si sentano “alla moda”.  Tutto ciò si riflette sull’autostima del soggetto.

Negli ultimi anni, il drastico aumento della popolarità del “telefono intelligente” tra i più giovani, sta portando al sorgere di alcune problematiche da non sottovalutare. Chi lo utilizza per un numero maggiore di 6 ore al giorno riporta un calo sostanziale della concentrazione a scuola ed alcuni disturbi fisici, tra i quali: rigidità del collovista offuscatadolore al polso e mal di schiena.

Inoltre, è bene sottolineare che l’utilizzo eccessivo del cellulare può avere ripercussioni sull’andamento scolastico e ridurre in maniera sensibile i rapporti tra le persone. L’adolescente che fa un uso smodato ed incontrollato dello smartphone, nella quasi totalità dei casi, riscontra delle importanti difficoltà nell’intessere e nel mantenimento delle relazioni interpersonali, manifestando la tendenza ad isolarsi e ad evitare qualsiasi tipo di contatto o interazione “reale” con gli altri.  Difatti, facendo un utilizzo ininterrotto e pedissequo del telefono cellulare, si perde l’abitudine di comunicare in maniera “diretta”e “senza filtri” con le persone che ci circondano.

La facilità di interazione garantita dal telefonino rappresenta una fonte di attrazione per i soggetti ansiogeni: lo smartphone diventa una sorta di “psicofarmaco” che consente di gestire meglio la difficoltà a stare soli, le paure e le emozioni negative; tutte condizioni che potrebbero essere controllate con metodi alternativi, che non avrebbero ripercussione alcuna sulla salute psico-fisica della persona.

Ci si domanda quali siano le conclusioni da trarre. Innanzitutto, è importante mettere in atto un lavoro di prevenzione: insegnare agli adolescenti ad autoregolare l’uso dello smartphone e rieducarsi ad un suo utilizzo consono e meno massiccio. Un esercizio da suggerire ai ragazzi potrebbe consistere nel lasciarlo a casa in alcune occasioni ed utilizzarlo solo se strettamente necessario, al fine di “disabituare” la mente alla necessità di contattare continuamente gli altri. Quando l’uso diventa una malattia e la qualità della vita dei ragazzi ne risente, una soluzione da considerare è quella di rivolgersi ad uno specialista, trattando la condizione come una dipendenza comportamentale a tutti gli effetti.

Ignazio Galeano IV DL